Archivio di maggio 2008

“ANZIANO”

giovedì 29 maggio 2008

Il giorno 9 Maggio , durante la Fiera del Libro di Torino,  mi è casualmente capitato di osservare una locandina promozionale,  in cui la presentazione del progetto relativo al Blog di Settimo,  “Settimocielo…”,  era saldamente legata ad una  parola….ANZIANI !!!!….

Subito mi sono detta: ma io non mi sento anziana !!!! Vero però, che conta anche come ti vede il prossimo.

Cercando la definizione di anziano sul Dizionario della Lingua Italiana ho trovato:

1)  persona di età intermedia tra  la maturità e la  vecchiaia.

2)  Persona con molti anni di servizio in una data azienda, ufficio; estens. pensionato.

…. Mi devo ricredere con queste definizioni sono anziana.

Consulto uno dei miei libri preferiti  ” La potenza del pensiero” di Swami Sivananda , pag. 36

APPLICAZIONE DI UNA LEGGE PSICOLOGICA  

Mantenete il cuore giovane. Non pensate mai: ” Io sto diventando vecchio”. Il pensiero ” io sono diventato vecchio” è una pessima abitudine da sradicare subito. Cercate di non avere mai questo pensiero.  A sessant’anni dite a voi stessi: ne ho sedici”. Diverrete quello che pensate. Affermando questo, si afferma una grande verità. Certissima ed evidentissima. Pensate: ” sono forte” e forte diventerete. Pensate:  “sono debole” e debole diventerete. Pensate: “sono pazzo” e pazzo diventerete.  Pensate “sono saggio” e saggio diventerete.

Ciao ragazzi !! Io opto per questa legge psicologica

Ringrazio la Biblioteca Multimediale di Settimo, tutte le persone che hanno fatto sì che questo blog nascesse, Pari-Go che ci ha seguiti, i blogger,  le autorità intervenute alla presentazione del blog e porgo una richiesta:

i corsi patrocinati dalla Regione Piemonte dedicati alle persone occupate e disoccupate, perchè non estenderli anche ai pensionati? Visti   i chiari di luna di questi tempi…. probabilmente dovranno rimettersi nel mondo del lavoro.

Seto,me pais

lunedì 26 maggio 2008

Meglio cittadini o meglio paesani?
Quando eravamo “paculin” si viveva in un altro mondo, non si può dire che non si aspirasse ad un tenore di vita migliore, come d’altronde è al giorno d’oggi, solo che le esigenze erano diverse: un lavoro stabile al primo posto, l’abitazione in proprietà era un sogno che la maggior parte della gente non osava neanche pensare perchè irraggiungibile con i salari di allora, forse la necessità più realizzabile era poter avere una bicicletta. Ecco che allora alla domenica nella bella stagione comitive di ciclisti si sparpagliavano per la campagna e lungo le rive del Po o fino al Malone e anche all’Orco con un panino o uova sode, una chitarra e tanta allegria.
Quando non esisteva ancora l’acquedotto, le falde non erano ancora inquinate e ogni casa aveva la sua pompa con tanta acqua a disposizione a gratis e non si pagava neppure la tassa sui rifiuti urbani perchè non esisteva la raccolta, ogni casa provvedeva a smaltirsi i propri rifiuti differenziando a monte, cioè raccogliendo tutto ciò che non era organico il quale veniva venduto agli stracciai che comperavano ferro, alluminio, ottone, rame, stracci, ossa, vetro ecc., la carta non si vendeva, si metteva a bagno nell’acqua fino ad ammorbidirla per poi appallottolarla ed essicarla ed infine usarla come combustibile, l’organico veniva gettato in “tampe”, di cui ogni casa era dotata, ed usato come fertilizzante negli orti.
Nei pomeriggi, durante la bella stagione, girando per il paese si potevano vedere gruppetti di donne sedute all’ombra su delle panche a rammendare o a fare la maglia approfittando per raccontarsi quanto succedeva nella borgata.
Alla sera dopo cena le strade si animavano e si formavano dei punti fissi di ritrovo dove si scambiavano notizie o ci si rimbeccava tra tifosi juventini e torinesi. I più anziani raccontavano aneddoti che magnetizzavano i giovani e le ore passavano così veloci che non si avrebbe mai voluto andare a dormire.
I ragazzini avevano il compito di procurare bracciate di fieno che asportavano dai carri che tornavano dai campi, che servivano a fare del fumo per tenere lontano le zanzare.
Quando nelle sere d’estate mi trovo a passare per via Torino mi assale la malinconia vedendola deserta e il pensiero inevitabilmente corre a quel tempo quando brulicava di gente e di socialità.
Perfino il cielo abbiamo perso, ricordo lo spettacolo a cui assistevo quando,bambino, coricato nell’erba contemplavo il firmamento stellato, una stella vicino all’altra, luminosissime.
Sicuramente il mio parere sarà diverso da quello dei giovani attuali ma giudicando quello che abbiamo perso, guardando queste due foto scattate dallo stesso punto a distanza di sessanta anni, io preferisco Settimo “paese”.

Nando

ieri.jpg

oggi.jpg

Settimocielo alla Fiera del libro

domenica 18 maggio 2008

fiera_libro_02.jpg

Settimocielo alla Fiera Internazionale del libro – Spazio Autori Calligaris A

fiera_libro_01.jpg

La redazione di Settimocielo

fiera_libro_05.jpg

Sergio prende la parola

fiera_libro_06.jpg

Stand della Nuova Biblioteca Multimediale di Settimo. Graziella scrive un post-it per la raccolta di nuove idee

fiera_libro_07.jpg

Stand della Nuova Biblioteca Multimediale di Settimo. Nando e Giancarlo alle prese con i post-it

La Biblioteca Civica Multimediale di Settimo, con il progetto Osservatorio Scrittura Mutante, prosegue la sua attività di ricognizione e promozione della cultura digitale con due laboratori di scrittura in rete rivolti alla cittadinanza. La Fiera Internazionale del Libro di Torino è l’occasione per presentare il blog Settimocielo, gestito da una redazione di blogger ultra55enni e il laboratorio di scrittura in rete Adaline, rivolto alle donne straniere. Entrambi i progetti sono stati realizzati in collaborazione con l’associazione Pari-Go Onlus e accomunano il territorio di Settimo Torinese con l’esperienza della Circoscrizione 5 della Città di Torino.

venerdì 9 maggio 2008
13.00/14.30
Spazio Autori Calligaris A
Digital Divide? No grazie

a cura della Biblioteca Multimediale della Città di Settimo Torinese, Pari-Go Onlus, Circoscrizione 5 della Città di Torino e in collaborazione con La casa dei Popoli di Settimo Torinese.

Sono intervenuti:
Aurora Tesio, Assessora alle Pari Opportunità e Relazioni Internazionali della Provincia di Torino
Antonello Ghisaura, Assessore alla Cultura della Città di Settimo Torinese
Riccardo Ferrari, direttore della Biblioteca Civica Multimediale della Città di Settimo Torinese
Silvia Amici, Presidente di Pari-Go Onlus
Enrico Sola, docente dei corsi di blog
Gabriella Taddeo, docente dei corsi Adaline
Vincenzo Buda, Coordinatore IV Commissione Circoscrizione 5 della Città di Torino
Coordinatrice:
Augusta Giovannoli, Fondazione Esperienze di Cultura Metropolitana della Città di Settimo Torinese

Occasione (storica)

sabato 17 maggio 2008

Hospital du Piemont

ospedale.jpg

Festeggiare il 50°anniversario con l’apertura dell’Hospital du Piemont. Stando a quanto scritto, dopo lunghe trattative si è concluso l’iter burocratico fra Società SIAS e Regione per l’acquisizione della struttura di via Santa Cristina, il tutto con l’accordo tra Regione, Comune e Cooperativa Frassati.

Il nuovo hospital sarà attrezzato con apparecchiature di ultima generazione per: la risonanza magnetica, la Tac, la radiologia, le ecografie, ecc.; con ambulatori per visite specialistiche come cardiologia, oncologia, oculistica, prelievi, riabilitazione e tante altri servizi indispensabili.

Tutto gestito dalle USL 7, 3 e 4 in collaborazione con il San Giovanni Bosco. Quale occasione migliore per i cittadini festeggiare insieme il 50°anniversario e l’inaugurazione del nuovo Hospital? Così facendo potremmo sentirci veramente orgogliosi di vivere in una bella Città, con tanto di nuove strutture pubbliche come: parchi, viabilità con rotonde, sistemazione stradali con piste ciclabili. Spero tanto che i cittadini di Settimo saranno lieti di aver conquistato un ospedale che si rincorre dal lontano 1972.

settimotobe.jpg

Pensiero

venerdì 16 maggio 2008

La settimana scorsa, alla Fiera del Libro, si è tenuto l’incontro “Digital Divide? No grazie – Anziani e donne straniere in rete”, al quale abbiamo partecipato anche noi di “Settimocielo..”.

Di questo stavo parlando, a casa, con mia moglie e mio figlio, lamentando e non condividendo la definizione adottata nei nostri riguardi.
“Canuti ed anziani”, ci hanno etichettati.
Mio nipote, sei anni, che mi stava ascoltando, se ne uscì con un commento che fece ridere tutti….gli altri.

“Nonno- disse- hai ragione, tu non sei così, non sei canuto ed anziano, tu sei vecchio e pelato”.

Accidenti, perchè non sono stato zitto?

Settimo me pais

domenica 11 maggio 2008

leja1.jpg

La Léja

Quest’anno festeggiamo il 50° anno di elevazione da paese a città della nostra Settimo. Giusto, non si può e non si deve fermare il progresso. Però quando mi capita di rivedere le immagini di Settimo ai tempi di quando ero bambino mi assalgono dei dubbi nel giudicare i cambiamenti avvenuti nel tempo, certo Settimo è diventata una città moderna ma caotica, confrontando queste due fotografie penso che il “vecchio” sia di gran lunga preferibile al “nuovo”. La piazza Vittorio Veneto al martedì mattina e alla domenica era gremita di bancarelle per il mercato, mentre al pomeriggio per tutta la settimana era il ritrovo preferito dei ragazzi, non essendo asfaltata si prestava a tutti i giochi pallone compreso, unico inconveniente che spesso la palla finiva nel Freidano ma si ricuperava scavalcando la spalletta del ponte prima che la corrente la trascinasse tra le pale del mulino.
Ora il rumore delle auto ha spodestato gli allegri schiamazzi dei ragazzi che si rincorrevano e i cinguettii delle rondini che a centinaia volteggiavano festose attorno alla torre.
Era meglio prima! Nostalgia? Ma!? Che ne dicono i giovani?

Nando

bar-pace.jpg

piazza.jpg

Settimo, 7° e/è Casa mia

mercoledì 7 maggio 2008

 A volte si dice “qui sto bene come a casa mia”, trovandosi in casa di amici e parenti, o in alberghi e pensioni, o, peggio, in ospedali, cliniche e cronicari, o, peggio ancora, in pensionati/ospizi.
Io provo a dirlo di Setti

mo. “A Settimo sto bene, è come se fosse (anzi lo è) casa mia”.
Non ci sono nato a Settimo, ci sono arrivato nel lontano 1965 da Torino e, in verità, per qualche tempo non mi ci sono sentito a casa mia.
Ma oggi si! Da molto tempo, si!

Così, visto l’abbinamento tra la città e casa mia, riprendendo e copiando l’idea di Giuseppe Culicchia, che ha presentato Torino come fosse e si trovasse in casa sua con il libro “Torino è casa mia”, vorrei anch’io scrivere qualcosa di simile, parlando naturalmente di Settimo.

La storia di Settimo non è lunga, importante e varia come quella di Torino, ma lo è abbastanza da annoiare chi deve leggerla per l’ennesima volta, (tanti sono i testi esistenti che la raccontano) e faticosa per chi dovesse riscriverla. Questo vale specialmente per me che non sono uno storico, anzi, che non sono neanche uno scrittore.
Ragione per cui gli unici accenni pseudo-storici del mio scrivere, saranno limitati agli ultimi 40/45 anni, gli anni appunto che ho passato a Settimo.

Ritornando all’abbinamento Città/casa mia, come ha già fatto Culicchia, anch’io cercherò di raccontare Settimo nei suoi vari aspetti, collegandoli di volta in volta con gli ambienti di casa mia.
                  1) L’ingresso

L’ingresso di casa Settimo non è la stazione, come verrebbe spontaneo pensare, perché con un ingresso così ci si dovrebbe vergognare un po’.
Perché la stazione è brutta! E’ vero che i treni che ci si fermano (pochi) non sono belli neanche loro, ma un po’ più di decoro non farebbe male.

Il personale, a volte,  non è estremamente gentile e pronto nel dare informazioni, ma forse è anche dovuto all’ambiente in cui deve lavorare.
Se proprio dovessi collocare la stazione in un ambiente di casa, al massimo la potrei immaginare come l’androne di una casa un po’ fatiscente, con un portinaio un po’ scorbutico.

Ma questo non è il caso di casa mia.
Piuttosto, come androne ci vedrei bene l’entrata e l’uscita dall’autostrada To-Mi, con i suoi faraonici viadotti, nuovi di zecca, figli di quella linea ferroviaria ad “Alta Velocità” o “Alta capacità”, (non ho ancora capito quale dei due termini sia quello esatto), tanto discussa e tanto voluta, alla quale Settimo ha dato un importante contributo in termini di territorio e disagi.
In questo androne manca però il portinaio, è spostato più avanti, in un altro condominio, Chivasso, a sorvegliare e a far pagare l’accesso autostradale.
L’ingresso vero e proprio di Settimo-Casa mia è quel tratto di via Torino che va dalla Pirelli alla rotonda di corso Piemonte e poi sino all’altra di via Regio Parco/corso Agnelli. Via Torino, vecchia statale n° 11, soppiantata dalla nuova, prolungamento della tangenziale, che porta sino alle porte di Chivasso tagliando fuori tutta la città.

Questo tratto di via è fiancheggiato da file di alberi, di tigli, che allietano lo sguardo e riconciliano anche col traffico, sempre abbastanza intenso.

        via-torino.bmp

E’ un vero piacere percorrere questa strada quando il le fronde hanno raggiunto il massimo del rigoglio, ma è altrettanto un piacere farlo in questa stagione, la primavera, quando le foglie, appena spuntate, sono di un verde tenero e smeraldino. E’ un piacere, seppur breve, farlo in auto, è un piacere, seppur più faticoso, farlo a piedi, ma è un piacere completo farlo in bicicletta, fuori dal pericolo del traffico percorrendo la pista ciclabile che la costeggia.

Come in una entrata normale ci possono essere delle piastrelle difettose, anche qui c’è una piccola imperfezione. I due distributori che interrompono il bel filare di alberi.
Ma proprio come nell’entrata a casa mia c’è, ad illuminarla, una grande plafoniera rotonda e panciuta, anche qui ad illuminare ed abbellire ulteriormente l’entrata di Settimo c’è una plafoniera, pardon, c’è una rotonda, anzi, due.

        rotonda.bmp

La prima, quella di corso Piemonte, iniziata a fine giugno del 2006, terminata ad aprile 2008 (ma già aperta al traffico a metà del 2007), si presenta ora in condizioni ottime, così come si addice ad un arredo per un ingresso che si rispetti.
Proprio in questi giorni i giardinieri hanno provveduto a impiantare, in cerchio al centro della rotonda, alberelli e fiori e creando entro il cerchio da essi creato un panettoncino di ghiaia che dà risalto al tutto. Bello! Come e di più della plafoniera di casa mia.

La seconda invece è finita, o quasi, per la parte stradale, è da rifinire invece per la parte verde. Hanno fatto relativamente in fretta ad arrivare a questo punto, speriamo che altrettanto in fretta completino il tutto e in modo soddisfacente.

Una rotonda, cinque rotonde, una infinità di rotonde, Settimo pullula ormai di rotonde. Se tutte fossero plafoniere la nostra città sarebbe sempre illuminata a giorno.
Non sono assolutamente contrario alle rotonde, anzi, giudico la grande parte di esse un male più che necessario.

Ad esempio, quella già citata, la prima, proprio sotto casa mia, (quella vera) ha snellito il traffico, eliminando il semaforo sono spariti gli strombazzamenti di quegli imbecilli che non sopportano che il veicolo che li precede ritardi di un decimo di secondo a riavviarsi allo scattare del verde. Sono pure spariti gli stridii dei freni e le sorde accelerate degli autocarri.

Positiva dunque, ma ho perso il conto delle rotonde nate negli ultimi due anni. Spero almeno che a tutte venga riservato un trattamento simile alla “mia”.

Settimo è la mia città

lunedì 5 maggio 2008

SETTIMO TORINESE, un tempo detta Septimum Taurinensem, poichè si trova presso la settima pietra miliare, in riferimento alla distanza da Torino.


Il corridoio – Via Italia

immagine-006.bmp

Vidi per la prima volta la città di Settimo Torinese nella metà degli anni ’60.

Allora non sapevo ancora che io, torinese di nascita e di residenza, dopo circa 20 anni sarei diventata cittadina di Settimo.

Rimasi particolarmente colpita dal traffico di Via Italia: una via non particolarmente ampia, con marciapiedi stretti, percorsa da ogni genere di veicoli nei due sensi di marcia, uno in direzione di Torino e l’altro in direzione di Chivasso, poichè all’epoca non esisteva ancora la circonvallazione.

L’aria era irrespirabile, le case grigie per via dello smog, e le vetrine dei negozi di difficile visione, perchè coperte dagli automezzi.

Oggi, invece… guardare via Italia è tutt’altra cosa: direi che la si possa paragonare ad un corridoio di una casa ampia e ben articolata.

La via è diventata in parte isola pedonale, e il suo percorso consente l’accesso ad altre “stanze”, o meglio nuovi luoghi, come piazze, vicoli e vie che sono diventate il fulcro della vita cittadina.

Tutte le case si sono rifatte il look: le facciate hanno assunto colorazioni vivaci, intense il che consente di creare un effetto visivo armonioso e di indubbia allegria.

La parte pedonale è stata interamentee rinnovata con pavè di cemento, sostituendo la vecchia copertura di bitume ed una pavimentazione in pietra delinea i marciapiedi a livello strada; inoltre ha visto sorgere aree in cui fioriere, panchine hanno permesso di descrivere nuovi spazi verdi: zone gradevoli e pronte ad essere fruite dai cittadini, i lampioni con la loro forma a disco lasciano un poco perplessi.

Sono sorti nuovi negozi e pasticcerie, giornalai, parrucchieri, bar, gioiellerie, negozi di ottica, borse, scarpe, tabaccherie, abbigliamento, casalinghi, contribuendo non solo al miglioramento dell’economia locale, ma anche all’estetica della città stessa.

Ogni pomeriggio la via si riempie di giovani che fanno di questo luogo il loro punto d’incontro.

Durante il periodo natalizio anche qui alcuni negozi si colorano di sfavillanti luci purpuree, di ardenti passatoie promotrici di gradevoli messaggi augurali, il tutto accompagnato da un avvolgente e suggestivo sottofondo musicale natalizio: musica gradevole ma che dev’essere dosata opportunamente in modo tale da evitare ogni turbamento molesto.

Il salotto – Piazzetta S. Pietro in Vincoli

immagine-151.bmp

Dal corridoio di Via Italia si accede alla Piazzetta di S. Pietro in Vincoli. Chiesa del XII -XIII secolo, di stile romanico, ma che ha subito nei secoli vari ampliamenti e rifacimenti. Nel 1950 la facciata è stata completamente rifatta.

Nella piazza troviamo due bar con dehors, uno con annessa pasticceria, dove avendo tempo di fermarsi per un the si possono gustare dei buoni pasticcini. La piazza non è molto grande, per cui alla domenica tra le persone che escono da messa, i gruppetti di pensionati infervorati a parlare di politica o dei tempi del loro periodo lavorativo ed i bambini con i loro genitori, fanno diventare questo luogo un punto di confronto e di degustazione di caffè e aperitivo.

immagine-002.bmp

Si accede sia da via Italia, sia dalla piazzetta di S. Pietro in Vincoli in un’altra piazza, chiamata Piazza della Liberà.

Qui ha sede il Municipio diventato tale all’inizio degli anni ’80, precedentemente l’edificio fu sede delle Scuole Municipali. Un edificio maestoso ma molto lineare, tinteggiato in vari colori del’ocra che ben s’intona con il resto della piazza: vicino alla scalinata d’ingresso un piacevole giardinetto.

E’ bello passeggiare per Settimo anche in compagnia degli amici piu’ cari, ed il loro giudizio conferma quel sentimento di gradevolezza da me provato.

La città è aperta al cambiamento in molti settori, a partire dall’apparato di servizi offerti al pubblico: una biblioteca multimediale di agevole consultazione, che verrà presto ampliata, la Suoneria: una struttura atta alla promozione culturale-musicale, la Giardiniera, il centro espositivo per mostre e l’Ecomuseo cittadino.