Archivio della Categoria 'Personaggi'

La caduta dell’anziano

mercoledì 29 agosto 2012

Personaggi: Quelli del caffè Pagliero n° 3

mercoledì 29 settembre 2010

Sabato 9 Giugno 2007
Questo articolo era già comparso sul blog, appunto nella data soprascritta; lo ritirai alcuni mesi dopo su richiesta del personaggio. Ora, sempre su specifica richiesta dell’interessato, mi si chiede di ripubblicarlo. Cosa che faccio con piacere, mio , spero vostro  ed, evidentemente, suo

Questo signore è uno dei più giovani ed assidui frequentatori del Caffè Pagliero; è del 1964, (più giovane di mia figlia, beato lui!). Molti settimesi lo conoscono di sicuro, per via dei suoi trascorsi. E’ Dario Bego. Il più pestifero, dissacrante, irriverente, polemico, controverso e strano personaggio del caffè.  Settimese anche lui, è stato per anni dipendente municipale come impiegato e poi come vigile urbano.
Coloro che lo conobbero in quest’ultima veste, non lo ricordano con gran simpatia, perchè, a sentir qualcuno di loro, oltre ad essere (giustamente) inflesibile, a volte gli piaceva accanirsi su alcune persone per determinate infrazioni, castigandole quasi con sadico piacere.  Certamente chi viene pescato in difetto e multato, non guarda com simpatia chi lo punisce, perciò è bene prendere queste affermazioni col beneficio del dubbio, o come “leggende metropolitane”.

Vero è, ora che il nostro Dario fa servizio a Torino, in borgo San Salvario, qualcuno respira meglio. E’ una persona colta, dai molteplici interessi, tra i quali; l’araldica, le armi, le divise e i titoli. E’ infatti anche Cavaliere, di uno o due Ordini, dei quali però mi sfuggono i nomi. Ma la cosa che ama di più, almeno nel contesto del caffè, è dissentire da tutto e da tutti, criticare e prendere in giro chiunque,…. o quasi!
C’è chi sopporta e lo lascia dire, chi invece si adombra un poco e allora nascono accese discussioni, che però finiscono sempre nel nulla di fatto. Discussioni accese, ma sempre  – per chi non ne è coinvolto – spassose.
Quando non è in servizio, entra ed esce dal locale innumerevoli volte. Guarda chi c’è e, se vede la possibilità di esibirsi nelle sue specialità, si ferma, resta, altrimenti se ne va.

A volte ha la capacità di rendersi odioso, altre volte invece sa essere anche divertente.
A volte è serio e taciturno, a volte ilare e gioioso come un ragazzo.
Vuole passare per un duro, ma io so, quasi tutti sanno, che non è un duro, o perlomeno non un duro come vorrebbe essere lui. E’ un bravo ragazzo, con i suoi problemi e le sue difficoltà, come tutti, un po’ spaccone ma con un grande cuore.
Se lo scremiamo di tutte le brutte qualità che gli ho attribuito, appare una persona disponibile, disposta ad aiutare chiunque e, come dire … normale? A volte anche simpatica. L’unica difficoltà è quella di fare questa scrematura a fondo.

Quello che è certo però è che Dario Bego è un vero personaggio.

PS:  Piaciuto il personaggio? Ma ora voglio fare alcune precisazioni, affinchè nessuno possa interpretare in modo errato le mie parole.

La frase relativa alle multe inflitte “con accanimento e quasi con sadico piacere”, non è niente altro che un modo “colorato” per “colorire ” il personaggio e, come mi sembrava abbastanza chiaro nel proseguo della frase, non corrisponde assolutamente alla realtà.
Detto questo, voglio solo aggiungere che il Bego descritto è quello che appare nell’ambito del Caffè Pagliero. Di sicuro  il nostro non è solo questo, nella vita , diciamo reale, può essere ed è un personaggio diverso, con comportamenti e azioni magari completamente in antitesi a quanto scritto. Ma io non sono in grado di descriverlo in quel ruolo, primo perchè lo conosco quasi esclusivamente come co-cliente del caffè e secondo perchè da quel poco che so, lui non desidera che se ne parli.

UNI-TRE

venerdì 24 settembre 2010

TERZA ETA’

Cosi pensano coloro che guardono dall’esterno l’università delle tre età.

Che tristezza il pensier di una vita a breve, stan’ li tutti insieme ad’aspettar.

Ma cosi non è, son loro all’onor del mondo, che cento e mille cose ancor, son

bravi a far.

C’è chi dipinge, c’è chi fa scultura, c’è chi pratica il cucito, cosi la mente fan lavorar.

Con il computer sì dan da far e con le lingue straniere, son bravi a imparar.

In quanto a recitar chi meglio di lor  lo sa far, certo dai docenti sì fan aiutar.

Ai docenti proprio a lor che due righe voglio dedicar, son bravi e preparati

il lor tempo dedicano a gli altri, permettendo lor di migliorar.

Alla presidente che soave e sempre sorridente, concede loro ogni capricciosità.

Alle autorità che con bontà e severità c’è ne danno la possibilità.

Altro che terza ETA’ qui a l’UNITRE nessuno sta ad aspettar.

Piero Bellina.

 

 

Un grande vuoto

lunedì 5 gennaio 2009

Il giorno di S.Stefano è iniziato molto male per l’ Unitrè di Settimo. Purtroppo si è saputo della morte del Generale Benito Fresia che ne era uno dei docenti più popolari e più amati.
Negli anni passati ci ha raccontato la storia delle più grandi battaglie di tutti i secoli, dei briganti, di donne famose e di molti altri argomenti che hanno destato grande interesse.
Anche quest’anno nel mese di febbraio avrebbe dovuto iniziare il suo corso “Fatti strani e storie incredibili”, a cui come negli anni precedenti avrà certamente dedicato molto del Suo tempo nella preparazione del materiale didattico utile alle lezioni.Io che scrivo ero il Suo “assistente” alla proiezione delle slide nel corso della lezione, e la Sua scomparsa mi è stata particolarmente dolorosa.
Sapevamo tutto della Sua vita; ci ha raccontato del periodo dell’ infanzia sui monti nelle valli Cuneesi, all’ Accademia, nonchè della storia degli Alpini di cui era orgoglioso.
Penso che lascerà un grande vuoto in tutti gli allievi che hanno frequentato i Suoi corsi e in quanti hanno avuto modo di conoscere la Sua grande umanità.

Ciao Nino

giovedì 1 gennaio 2009

Non sarà molto allegro iniziare questo 2009 con la notizia di un decesso, ma il personaggio  che ci ha lasciato merita di essere ricordato. Nino Fassio se ne è andato, in silenzio ed improvvisamente, proprio durante le feste natalizie, lasciando un vuoto, oltre che tra ai suoi famigliari, anche tra gli amici.
Ricordate, ho citato Nino  solo pochi giorni fa, inserendo nel mio racconto “Settimo è/e casa mia” alcune righe scritte da lui.
L’ho fatto anche, per la prima volta, a maggio del 2007 quando parlai dei giovanotti del “Caffè Pagliero“, dove così lo descrisi:

“Il terzo, il più giovane, classe 1922, è Nino Fassio. Dei tre è quello un pò più malfermo sulle gambe e il bastone lo usa, ma anche lui a cervello non scherza.
E’ nato a Lamporo, nel vercellese, ma è arrivato a Settimo all’età di 4 anni, per cui mi permetto di collocarlo tra i settimesi DOC. Carattere dolce e gioviale, amante della lirica, non solo come spettatore ma anche come protagonista. E’ infatti “anche” un tenore e non disdegna ancora adesso di esibirsi in occasione di qualche spettacolo, tipo quelli organizzati da Valerio Pagliero….
…Inoltre, prendendolo bonariamente un pò in giro, io la chiamo ” ingegnier Fassio”, perchè il mio ultimo direttore era suo omonimo e, appunto, ingegnere….”.

Mi farà effetto non vedere più occupata quella poltroncina in prima fila, alla Suoneria, dove eri sempre seduto per assistere agli spettacoli organizzati dalla tua adorata nipote Ilaria. Così come farà effetto a tutti gli amici del “caffè” non vederti più arrivare col tuo giornale, ordinatamente piegato in tasca, a consumare la consueta tazzina. Ma sono sicuro, anzi lo sò, che sarai comunque presente, perchè continuerai ad essere ricordato, col pensiero e con le parole.
Ciao Nino.

Auguri Don PISTONE

venerdì 1 febbraio 2008

don-pistone.jpg

Compie 98 anni, è la memoria storica, insieme con altri “vecchi” settimesi, del cambiamento di Settimo dal 1963 in poi, per circa 25 anni.
Ho appreso la notizia dal giornale “Notizie in Comune” del 22 gennaio 2008, arrivato per posta da qualche giorno.
Quest’anno ricorre il 50° di Settimo città, ci saranno numerose manifestazioni, immagino che ci saranno dei personaggi illustri che parleranno e magari hanno scritto di com’è cambiata Settimo in questi cinquant’anni; chissà se l’amministrazione comunale, visto che ricorda Don Pistone nel suo giornale, ha pensato di invitarlo a qualche incontro in cui si parlerà, appunto, del cambiamento di Settimo.
Penso che una persona come Don Pistone, parroco di San Pietro in Vincoli (allora, nel 1963, unica parrocchia a Settimo), che di gente ne ha conosciuta sicuramente tantissima e di tutti i ceti sociali, abbia da raccontare molto e penso anche che sia un modo per esprimere la gratitudine a un personaggio che ha dato molto alla città di Settimo e ai suoi cittadini.

Gianky

Personaggi. Quelli del Caffè Pagliero n° 2

martedì 1 maggio 2007

11-17-22 ! Non è un terno da giocare al lotto, ma bensì gli anni di nascita di tre vispi…. anziani ( non dico giovanotti perchè sembrerebbe di prenderli in giro, ma neanche vecchietti, perchè loro non lo sono affatto ), tre personaggi anche loro assidui frequentatori del Caffè Pagliero.

Il primo, classe 1911, novantasei anni tra poco più di un mese, è Beppe Garino.
Settimese DOC ricorda fatti, luoghi, persone e ne parla come fossero cose dell’altro ieri e non di 70-80 anni fa.
Un giorno o l’altro mi farò raccontare un pò della sua vita e, se mi darà il permesso, spero di riuscire poi a sintetizzarvela. Per ora ve lo descrivo solo.

Ne grasso ne magro, piglio deciso, dritto nella persona, sempre vestito con proprietà,  camminata spedita.
Ha il bastone, ma si direbbe che lo porta per vezzo, lo impugna con mano leggera e non ci si appoggia; quasi a voler dire che è lui, Garino, che porta a spasso il bastone e non il bastone che aiuta lui.
Legge, beato lui, senza l’ausilio degli occhiali, la sua voce è ancora chiara e stentorea.
Ho avuto occasione di sentirlo leggere il discorso commemorativo ai caduti in occasione di un 4 Novembre, in piazza e sotto la pioggerellina e non c’era bisogno del microfono.
Magnifico modo di invecchiare!

Il secondo, classe 1917 è Oreste Regis, il”Ragioniere”. Anche lui con una memoria di ferro, tifoso del Toro e strenuo difensore delle sue convinzioni, qualunque esse siano.
A chi gli fa i complimenti per l’età, lui risponde ” Io non sono esagerato, a Lui – e fa un cenno verso il cielo con con la mano – chiedo sempre solo un anno per volta. Lui a una richiesta così bassa non fa neanche caso, così io tiro avanti”.

Ex Dragone del Nizza Cavalleria, Oreste in effetti deve essere veramente indistruttibile e vi spiego il perchè.
Tre o quattro anni fa, verso la fine di Novembre, stava percorrendo la strada Cebrosa a bordo della sua seicento, quando un TIR lo tamponò violentemente mandandolo fuori strada, direttamente dentro la roggia che scorre a lato della strada.
Fortunatamente l’auto non si capovolse, altrimenti sarebbe annegato, rimase però intrappolato dalle lamiere con l’acqua, gelida, che gli arrivava al petto.
Un’ora dopo i pompieri, dopo aver tagliato il tettuccio dell’auto, riuscirono a tirarlo fuori e a portarlo al pronto soccorso.

Ci crederete? Non prese neanche il raffreddore!
Faticò qualche tempo a rimettersi della botta alla schiena e a una gamba, ma, sempre circolando si rimise del tutto in forma.

Il terzo, il più giovane, classe 1922, è Nino Fassio. Dei tre è quello un pò più malfermo sulle gambe e il bastone lo usa, ma anche lui a cervello non scherza.
E’ nato a Lamporo, nel vercellese, ma è arrivato a Settimo all’età di 4 anni, per cui mi permetto di collocarlo tra i settimesi DOC. Carattere dolce e gioviale, amante della lirica, non solo come spettatore ma anche come protagonista. E’ infatti “anche” un tenore e non disdegna ancora adesso di esibirsi in occasione di qualche spettacolo, tipo quelli organizzati da Valerio Pagliero.

Ho detto ” anche tenore”, perchè il nostro Fassio tutte le settimane ha la sua rubrica fissa sul giornale “La Nuova”, ove racconta fatti e personaggi della Settimo che fu, per cui è anche giornalista.

E’ stato per anni titolare di una officina per lavorazioni meccaniche e a volte ci piace parlarne perchè sia lui, per la sua attività, sia io, per il mio lavoro, abbiamo ricordi di persone conosciute da entrambi.

Inoltre, prendendolo bonariamente un pò in giro, io la chiamo ” ingegnier Fassio”, perchè il mio ultimo direttore era suo omonimo e, appunto, ingegnere.
Altro grande merito di Nino è quello di essere il nonno ( buon sangue non mente ) della nostra bravissima pianista Ilaria Schettini.

Questi tre personaggi, per la loro età, per la loro verve, per lo spirito e la forza che emanano, fanno pensare che l’aria che si respira o le consumazioni che si….consumano nel caffè Pagliero, siano in qualche maniera una specie di elisir di lunga vita.

Personaggi. Quelli del caffè Pagliero. n° 1

lunedì 16 aprile 2007

Questo caffè si trova in via don Stefano Sales, quella viuzza che incrocia, all’inizio, la zona pedonale di via Italia e sbuca, dopo aver curvato, in piazza della chiesa.
Il locale è piccolo, tre tavolini, quadrati, una decina di sedie, due sgabelli tondi davanti al bancone e tante cose appese alle pareti. Strumenti musicali, locandine di vecchi films, foto di attrici famose ecc. ecc.

Tanti sono i personaggi che lo frequentano, personaggi forse non famosi, ma spesso singolari, sui quali vale la pena di scrivere due righe per raccontarli.

Certamente il personaggio più personaggio di tutti è lo stesso padrone del caffè, Valerio Pagliero.
Di sicuro conosciuto da moltissimi, ma se qualcuno non ha questo piacere, Vado a descriverlo.

Magro, brizzolato , ha passato anche lui gli “anta”, sempre distinto e spesso con variegati papillons al collo, forbito nel parlare, specialmente con le signore, è un uomo enciclopedico, un vero Pico della Mirandola.
Non vi ricordate la data di nascita di quel vostro amico che una volta veniva al caffè? Basta che la chiediate a lui!
Chi era il regista e l’attore che interpretava quella buffa parte in quel film del 1936? Basta chiederlo a lui!
Hai dei dubbi su come funzionava quel proiettore cinematografico fabbricato in Germania nel 1956? Vuoi sapere che modifiche apportargli per renderlo efficiente come quello più moderno del 1963? semplice, basta chiederlo a lui.

Tutto questo e molto altro fa parte del suo bagaglio, come ad esempio il bricolage, (che spesso coinvolge locale e avventori) e il canto.

Valerio infatti è un cantante, ma non da burletta, è un cantante molto valido, sullo stile di Teddy Reno. Lo sanno bene le signore che spesso godono del suo accompagnamento canoro mentre sorbiscono la loro consumazione.

E’ anche regista, organizzatore, produttore di spettacoli musicali, nei quali si cimenta , oltre che nel canto, anche in qualche passo di danza accompagnandosi a graziose fanciulle.Valente cineamatore e fotografo, è anche presidente del ” Club Fotografico il Gambero “.

Oltre a tutto ciò si occupa, casualmente, anche di gestire il suo locale, dove trascorre le sue giornate, ( dalle 9 alle 21, sei giorni su sette ), servendo caffè, cioccolate, punch e quant’altro.
Non azzardatevi però a chiedere un “Marocchino”. Vietato! Il termine esatto è un “Cavour”.
Se poi volete un aperitivo speciale, siete capitati nel posto giusto. Accennate appena a quali sono i vostri gusti in generale e … voilà! Il vostro aperitivo è pronto, su misura per voi, come un abito confezionato da un bravo sarto.

Lo stesso locale, benchè a dirlo sembri una sciocchezza, è un personaggio. Lo spiega, lo tratteggia più efficacemente di quanto lo faccia io, una poesia scritta da un altro personaggio, avventore di questo caffè.

E’ Demetrio Morabito, Mimmo per gli amici. E’ il più settimese dei calabresi o , se preferite, il più calabrese dei settimesi, fate voi.
Non più giovanissimo, già da qualche anno, ha problemi di deambulazione, ma non di spirito nè di parola.
E’ un frequentatore mattutino e, come tutti i personaggi che si rispettino, il suo posto è sempre quello. Tavolino in fondo a sinistra, schiena alla parete e volto rivolto verso l’entrata quasi a controllare chi entra e chi esce.
E questa è la sua poesia, anche lei in mostra, appesa alla parete, proprio sopra la sua testa.

Caro vecchio caffè

Ameno loco, detto “Caffè Pagliero”,
ricco d’arte, di musica e gaiezza;
gente distratta esprime il suo pensiero;
tappandosi le orecchie c’è salvezza.

  Gente che va e gente che viene,
         e gente che conversa allegramente;
il sangue però bolle nelle vene
          per chi parla … ma senza dire niente.

Uomini di cultura generale,
che buoni e cheti se ne stanno zitti;
se ascoltano di sport o di mangiare
dal congiuntivo vengono trafitti.

     Giovani un tempo, critici vecchietti,
           si danno un gran daffare a galleggiare,
che abbiano la barba o i baffetti
     ostentano sentenze a tutto andare.

Il padrone è distratto dai congegni
di macchine per foto e proiettori;
son le priorità dei suoi impegni;
il caffè poi …. l’aspetti delle ore.

Del commento di questa poesia a suo tempo fatto da Sergio Notario, mi piace riportare questa parte.  “….è un mitico caffè, con un altrettanto mitico personaggio che, più che gestirlo, lo interpreta……”.

Di altri personaggi vi racconterò la prossima volta.