Archivio di agosto 2007

I miei “Mi ricordo”. L’incidente

lunedì 27 agosto 2007

Prima di passare ai ricordi di scuola ci sono ancora due o tre episodi che vi voglio raccontare, sempre che lo gradiate. 

L’incidente                                                 
Un giorno della primavera del ’50, seduto sulla canna della bicicletta di mio cugino, in una discesa che andava da piazza Campanella verso la Dora, si staccò la ruota davanti facendoci precipitare a terra, col muso in avanti.

Quel giorno, eravamo andati trovare la cognata di mia madre, la zia Annetta “ magna Neta”, vedova anche lei da poco del fratello di mio padre, lo zio Lorenzo “ barba Cin “.

Abitavano dall’altra parte di Torino, da una periferia all’altra, dalla barriera di Nizza alla borgata Parella.
Per arrivarci bisognava prendere due tram , il 7 e il 22. Quest’ultimo arrivava da via Nicola Fabrizi e faceva capolinea due traverse prima di piazza Campanella, mi pare in via Salabertrand.
Quando svoltava in quella via capivo che ero arrivato perché riconoscevo il caratteristico sferragliare delle ruote sui binari in curva e del motore elettrico che da e toglie potenza alla trazione.

Ebbene ancora oggi, quando mi capita di ascoltare un tram che fa una curva, sia che io vi sia sopra, sia che lo ascolti da terra, mi prende una sorta di nostalgia, rivedo quel capolinea, quella via quasi in campagna con una gran siepe di sambuco proprio davanti alla fermata e mi vien voglia di dire a chi mi è vicino in quel momento “scendiamo che siamo arrivati”.

Ma ritorniamo all’incidente. Mio cugino Dionigi ” Denì” mi invitò a fare un giro sulla sua bicicletta e, come ho già detto, si staccò la ruota davanti e noi, (mio cugino più vecchio di me di nove anni e già allora di una bella stazza) , precipitammo al suolo, io sotto e lui sopra, schiacciandomi ulteriormente  la faccia per terra.

Questo però me lo raccontarono poi. Io ricordo solo il risveglio sotto una fontanella, un “ turet” dove ci avevano trasportati alcune persone caritatevoli che avevano assistito all’incidente e un episodio avvenuto al pronto soccorso di non so quale ospedale, probabilmente il Maria Vittoria , dove evidentemente ci avevano trasportati.

Sono coricato su un lettino, si avvicina un uomo in camice (neanche tanto pulito), mi copre gli occhi con una pezzuola e comincia ad armeggiarmi in bocca. Sento un ago entrarmi nella parte interna del labbro superiore, una, due, tre, quattro, cinque volte.
Una bella cucitura insomma. Non grido, non mi muovo, nemmeno un lamento. Al termine, mi dice “ bravo, sei stato proprio bravissimo, adesso facciamo l’iniezione di antitetanica poi abbiamo finito “.

Al sentire “iniezione” scatta la molla. Comincio ad urlare        ” noo ! L’iniezione no! Non la voglio, voglio andare via“. Mi divincolo, voglio scendere dal lettino e scappare, arrivano altre due persone che mi afferrano al volo e mi risistemano sul lettino, mi tengono fermo e mi fanno scendere i pantaloni.

Non vedo l’uomo dal camice non troppo pulito, il traditore è dietro di me con la siringa pronta, sento il freddo del cotone bagnato d’alcool strofinato sulla natica, mi irrigidisco tutto e poi …. Zac.! L’ago entra e io non ricordo più nulla.

Non ricordo nemmeno se poi mi ha fatto male o no. Strana cosa i ricordi.
Che disastro,  … arrivederci.

Scarpinata in montagna

giovedì 16 agosto 2007

Domenica 12 agosto 2007 un gruppetto di allievi dell’UNI3 si sono dati appuntamento per una scarpinata in montagna, meta il famoso rifugio Toesca, glorioso rifugio gestito per parecchi anni dal CAI di Settimo. Per alcuni è stato un ritorno ai baldanzosi anni giovanili, per altri è stata la scoperta di un ambiente incantevole: pini, alberi di latifoglie, laghetti di montagna, mucche al pascolo, ruscelli che scendono a valle a volte tranquilli a volte impetuosi e sopratutto tanto tanto verde e aria pulita.

alcuni partecipanti all’escursione
Alcuni partecipanti all’escursione

Una sosta
Sosta per ricaricare le batterie

Al rifugio
Al Rifugio in attesa della tradizionale polenta e salciccia ci si asciuga il sudore al sole.

Nando

Noi “Delinquenti”.

martedì 7 agosto 2007

Da questa bella cittadina sul lago di Garda, Manerba, dove ho trovato il modo di collegarmi a Settimocielo, ho letto, su uno degli ultimi articoli di Giancarlo, una notizia che mi ha sorpreso, piacevomente sorpreso.
Sono stati modificati i limiti di velocità su alcune strade di Settimo. Di più! Sono stati aumentati, portati da 50 a 70 Km/h.

La cosa più sorprendente è che, una volta tanto, queste decisioni sono state prese da uno del mestiere, dal capo dei Vigili Urbani.
Finalmente qualcuno che, abbandonando la non sempre vera equazione “+ velocità= + incidenti”, ammetta che i limiti di velocità sono giusti quando e nella misura che necessitano.
La motivazione di queste modifiche è semplice e chiara; I vecchi limiti erano anacronistici e non  consentivano un buon andamento della circolazione. Con questi nuovi limiti però, chi sbaglia paga, senza se e senza ma.

A volte, vedendo certi limiti di velocità sulle nostre strade, mi verrebbe voglia di denunciare qualcuno per ” Istigazione a delinquere “.
Viene infatti da pensare che siano stati messi apposta perchè non vengano rispettati e per poter così pizzicare i trasgressori.
Magari, come è apparso in questi giorni sui giornali, affibbiando multe sino a 2.000 € e ritirando la patente.

Un esempio a caso: Strada che collega Feletto a Lombardore ( non è relativa a Settimo, ma chissà che qualcuno non possa intervenire ugualmente).
Questa strada è appena stata allargata e risistemata nella sua quasi totalità, (sono rimasti invariati i primi 2 o 3 km da Feletto per via di alcune costruzioni ai lati della strada).

Proprio in questi 2 o 3 Km il limite di velocità è di 70 Km/h! E va bene. Come inizia il tratto nuovo ed allargato il limite scende ai 50Km/h sino ad incontrare la 1° rotonda, dove vengono segnalati i 40. Finita la rotonda, non è segnalato un nuovo limite, rimane perciò quello dei 40 per un altro paio di Km dove riappaiono poi i 50. Altre rotonde, stessa cosa.

Mi chiedo; se la strada è perfettamente rettilinea, se è sufficientemente larga, se NON ci sono case ai suoi lati per la quasi totalità, che ragione c’è per mettere quei ridicoli limiti di velocità?
Nessuno, dico nessuno li rispetta, ( a momenti nemmeno quelli che vanno in bicicletta).

Non parliamo poi delle rotonde. Sono tre o quattro, (una poi, quella vicino a Lombardore, è addirittura doppia) nate agli incroci con stradine dove transiteranno si e no una decina di auto al giorno.
L’unico posto dove sarebbe stato sensato ferne una è l’incrocio con la strada che porta a Bosconero.
Sarebbe stato sensato, per questo non è stata fatta!

A parte le rotonde, casi simili di limiti di velocità assurdi sono piene le nostre strade.
Non sono questi limiti che evitano incidenti, nè sono quei 20 o 30 Km/h in più che li incrementerebbero.
Sono invece, basta leggere le cronache, quelli che indipendentemente dai limiti segnalati vanno sempre a tavoletta, magari semiubriachi o drogati.
Per costoro i limiti di velocità, giusti o assurdi, non servono.

Perciò, Enti Competenti, non istigateci più a delinquere, ma fateci diventare automobilisti modello, rispettosi dei limiti di velocità giusti e sensati.