Archivio di novembre 2010

Occhio agli acquisti dei giocattoli!!!

domenica 28 novembre 2010

Si avvicina a passi inesorabili il Santo Natale e la maggior parte di noi, ha già messo in moto la fantasia per individuare il giusto regalo per il proprio figlio o nipotino.
Onde evitare di fare degli acquisti sbagliati, auspico possa esservi di aiuto  il seguente articolo pubblicato dall’ADUC:

26 novembre 2010 – Giocattoli, consiglio per gli acquisti:

Arriva il Natale e, ovviamente, arrivano i giocattoli. Tali giocattoli a disposizione ripropongono la questione sicurezza visto che l’80% importati nell’Unione europea sono di fabbricazione cinese e il 70%dei prodotti pirata che circolano in Europa è di origine cinese.

Le norme sulla sicurezza dei giocattoli, per i minori di anni 14, sono state fissate dalla normativa vigente.

Sulla confezion devono essere indicate in lingua italiana:

*(la marcatura Ce formità Europea);

*il nome del fabbricante o dell’importatore,

*l’indicazione dell’età del bambino;

*le avvertenze per l’utilizzo.

La marcatura viene apposta sui giocattoli da produttori o importatori e dovrebbe certificare la corrispondenza alle norme di sicurezza europea. La stragrande maggioranza dei giocattoli, proviene come detto, da Paesi asiatici dove la garanzia del rispetto delle norme europee lascia piuttossto a desiderare.

Situazione assurda per la quale l’etichetta Ce non è una garanzia di sicurezza ma una semplice garanzia giuridica . In Italia ci sono degli organismi privati che effettuano test e rilasciano il relativo attestato: L’Istituo per il marchio di qualità (IMQ), che fa test sui giocattoli elettrici, e l’Istituto italiano sicurezza giocattoli, che esegue controlli. Sottoporsi ai controlli degli Istituti non è obbligatorio per fabbricanti e importatori per cui al consumatore che paga salato un giocattolo per i propri figli , consigliamo di rimboccarsi le maniche  e fare test autonomi, verificando, per esempio nelle bambole, la tenuta delle cuciture, dei bottoni, degli occhi e del tessuto.

Archimede

sabato 27 novembre 2010

27-11-2010 : data storica per Settimo Torinese.

Finalmente il tanto atteso momento è giunto.

Oggi alle ore  11, una numerosa folla ha assistito  all’inaugurazione della grandiosa Biblioteca che, secondo me, rivoluzionerà le abitudini dei settimesi di tutte le età e ceti sociali.  Penso, ad esempio, ai pensionati che sono soliti ritrovarsi in via Italia per scambiarsi pareri sulla vita politica o economica che potranno trovare nei locali della biblioteca il luogo adatto per i loro dibattiti avendo a disposizione gratuitamente tutti i quotidiani e i collegamenti Internet, nonchè   numerose riviste e migliaia di libri da consultare , ovviamente anche da prendere in prestito. Anche i nonni e le mamme  troveranno un’area adatta a loro essendovi  una parte della biblioteca destinata ai bambini con un’infinità di libri destinati a tutte le età. L’informatica è presente ovunque, in più vi sono sale attrezzate per tenere corsi di Computer .

Una biblioteca che, come ha asserito l’assessore alla cultura di Torino, ce la invidiano in tutta la regione.

Nando

voci miste e stagionate

venerdì 26 novembre 2010

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=yMPeC0CxBVI[/youtube]

San Giuseppe è un bel nome…

La corale è in festa e lo spirito si desta per sentire il nostro spromo.

Ci si impegna a cantare all’unisono, si inizia  sotto voce

non bisogna mai urlare.   Il maestro con l’impegno nel sentir le voci

ràuche lui dall’alto del suo palco non può star neppur sereno.

Qualche volta si adira e rimane squinternato si riprende col suo

fiato persentire che aria tira. Le coriste bricconcelle hanno in parte il

sopravvento, ma fin–fin lui è contento, lor son come pecorelle.

per i “bassi” e i “tenori”…nostre voci  grossolane, vanno sempre raffinate,

col “farsetto” son apprezzate si rasenta il batti mani.

Un “evviva” a tutto il coro con i calici del vino”un cin -cin al buon

destino, conservando un buon decoro.  Pier  Francesco Garino

Terra Santa, esperienza di viaggio

venerdì 19 novembre 2010

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Wi4VkQG6noU[/youtube]

Ciao a tutti,

provo a condividere con voi l’esperienza del mio pellegrinaggio in Terra Santa.

Dopo alcuni giorni dal mio ritorno, ho deciso di trasmettervi qui di seguito l’esperienza così forte e illuminante che ho vissuto durante questo breve soggiorno da pellegrino. L’otto novembre, siamo partiti da Corso Matteoti, Torino, un gruppo molto eterogeneo per età, esperienza, scopi e aspettative personali, dove l’unico scopo era di giungere nei luoghi dove poter concretizzare gli eventi della Rivelazione di Gesù. Ma anche una forma concreta con tutti gli abitanti di Terra Santa.

Rivedere la terra, i colori, i sapori che furono anche di Gesù. Una terra dove vivono 3 fedi monoteistiche e tante, tante culture diverse. La cosa più bella  era  poter vivere quella sensazione di mistero presente in quei luoghi. Ogni pietra, ogni sasso, ogni pianta profuma di sacralità.

Paesaggi di bellezza incredibile. Gerusalemme è una città di enorme fascino. Gli abitanti del luogo gentili e disponibili da entrambi le etnie. Panorama culinario caloroso e variegato con piatti che riflettono l’incredibile varietà culturale di Israele.

I mercati arabi, traboccanti con le loro bancarelle colorate di merci, gli odori delle spezie, sui banchi che invadono le strade.

Ogni luogo pullula dalle presenza dei francescani, dove da circa otto secoli sono presenti in quei luoghi.  Con le loro testimonianze rendono viva la memoria di quella terra.

Ho visitato i vari luoghi dove Gesù è nato, vissuto, sofferto  e morto per il peccato dell’uomo.

La guida  ha distribuito ad ognuno di noi a caso, dei brani del Vangelo, così che potessimo commentarli sul posto. A me è toccato in brano TIBERIADE, luogo  dove avvenne il miracolo della MOLTIPLICAZIONE DEI PANI. Una volta giunti con il battello nel mezzo del lago, a motore spento, con un silenzio rotto solo dalla voce della guida, impegnata nella lettura di quel brano, ho vissuto un momento molto intenso e particolare.

Penso che ognuno di noi, avrà vissuto nel proprio intimo momenti particolari , l’uno dall’altro. Momenti che hanno fatto si che questo viaggio si trasfommasse per tutti in qualcosa di indelebile.

Giornate a tempo pieno senza fermarsi un attimo, ma con la gioia nel cuore.

Mi fermo qui, in quanto per descrivere tutti gli avvennimenti, ci vorrebbero pagine e pagine.  Posso concludere che questo viaggio ha arricchito il mio cammino di fede,  e mi ha colmato di gioia.

Auspico che presto si possono avere due popoli e due stati, che si riconoscano reciprocamente e che riconoscano ai loro cittadini, diritti e libertà, affinchè si parla effettivamente di Terra Santa.

Permettetemi di congedarmi da voi con il saluto che mi frulla ancora nella mente.

SHALOW     Filomena

I misteri della Sacra Sindone

lunedì 8 novembre 2010

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=SeDFf3QB_rA&feature=related[/youtube]

Quando si parla della Sacra Sindone, nessuno è sicuro con certezza che sia veramente il lino che coprì nostro Signore Gesù Cristo, per i credenti è una realtà ma i non credenti sono sempre alla ricerca della verità. Io che per ben tre volte sono stato chiamato al volontariato per l’estensione,  sono stato  toccato nel profondo della mia anima, non solo per quello che vedevo ma per la forza che mi dava nel percorrere tanta stada. Oggi pensandoci bene percorrerei ancora tutti quei passi senza stancarmi e senza staccarmi da quella meravigliosa immagine del lino che avvolse nostro Signore Gesu Cristo.

“Il compianto sul Cristo morto” di Giotto

domenica 7 novembre 2010

 

 

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=NDVNCFj3LYU[/youtube]

Il dramma della Passione di Cristo, affresco realizzato tra il 1303 e 1304 nella Cappella degli Scrovegni a Padova, culmina in questa scena ed è la più celebre del ciclo. Il Compianto sul Cristo morto, detto anche La Deposizione,  è un tema iconografico ricorrente in età romanica nei gruppi scultorei, ma Giotto lo interpreta con un pathos non riscontrabile, ad esempio, nella scultura di Giovanni Pisano o nella lauda di Jacopone da Todi. Gli sguardi di tutti i dolenti sono rivolti verso Maria, che porta in grembo il corpo morto di Cristo e avvicina il volto a quello del Figlio. Le pie donne gli sorreggono il capo e le mani, Maria Maddalena i piedi. Sono rappresentate tutte le espressioni del dolore: quello trattenuto di Nicodemo e di Giuseppe d’Arimatea, in piedi sul lato destro; quello di Giovanni che apre le braccia portandole all’indietro, gesto ripetuto da una pia donna sul lato sinistro; quello delle due pie donne accovacciate e riprese di schiena. Il movimento silenzioso e dialettico tra la morte e la vita è scandito dal passaggio profondo e greve dell’arida roccia che, muovendo idealmente da Cristo morente, si protrae fino all’albero scheletrico e privo di vegetazione. Il dolore è universale estendendosi dalla terra al cielo. Infatti nella volta celeste, intrisa di blu, gli angeli fanno capolino e da contraltare agli uomini. Anch’essi manifestano il loro dolore piangendo in modo molto umano, strappandosi i capelli, nascondendosi il volto: non vi è una espressione uguale, ogni angelo ha una connotazione particolare e diversa dagli altri.     Da notare, infine, i colori delicati e brillanti di manti e vestititi che evidenziano i volumi delle figure, tratteggiate con sottili velature e con trasparenze sfumate. Giotto, in questa scena, lasciando definitivamente dietro di sé ogni rigidità bizantina, si schiude al mondo dei sentimenti e delle emozioni con un sentire ed una coscienza nuovi per affermarsi come un modello per tutta la pittura del Trecento.

Gianfranco D’Angelo

A proposito di Padania…

venerdì 5 novembre 2010

Prendendo spunto da un commento di Graziella che mi faceva notare, nell’articolo relativo all’Unione Europea, che bisogna fare ancora gli Italiani a distanza di centocinquanta anni prima di parlare dell’Europa, vorrei fare alcune considerazioni circa la Padania per sfatare eventuali dubbi ed equivoci in merito alla stessa e rendere così giustizia all’Italia.
La Padania è un’entità inesistente sia geograficamente che storicamente.
Geograficamente perché esiste la Valle Padana e non già la Padania. Inoltre se si consultano i testi di storia, ci si accorgerà che i primi abitanti di questa regione sono stati i Veneti e in parte gli Etruschi. Successivamente con l’estinzione degli Etruschi, inglobati dall’emergente potenza Romana, arrivarono i Galli (o Celti denominazione data dai greci) che dilagarono, raggiungendo le coste marchigiane, fino a Senigallia, il cui toponimo lo attesta, ovvero città fondata dai Galli Senoni. Va da sé che anche costoro, popolazioni indoeuropee come i Latini, furono sconfitti e sottomessi a Roma. Anzi furono talmente fedeli a Roma che il nucleo delle legioni di Giulio Cesare proveniva dal Piemonte, dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia Romagna, ossia dall’allora Gallia Transpadana e Gallia Cispadana, e cioè: i territori posti aldilà e aldiquà del Po. Dopo la caduta dell’Impero Romano, le invasione barbariche, i Longobardi, i Franchi, la rinascita del Sacro Impero Romano (andando a volo d’uccello e tralasciando evidentemente altri eventi storici non meno importanti), si arriva al Rinascimento dove regnano le splendenti e potenti corti degli Sforza a Milano, dei Gonzaga a Mantova, degli Estensi a Ferrara, della Serenissima a Venezia, dei duchi Savoia a Torino, del marchesato del Monferrato, ecc….
Proseguendo in questa rapida carrellata storica, si giunge così all’800 in cui, estinti tutti gli Stati sunnominati dell’Italia Settentrionale, esiste come Stato politico autonomo solo il Regno di Sardegna. Da Milano a Mantova, da Ferrara a Venezia tutte queste corti principesche hanno perso la loro libertà e sono stati inclusi nell’Impero Austriaco come regione Lombardo-Veneta. Riacquisteranno la loro indipendenza in seguito alla nascita del Regno d’Italia del 1861. Pertanto dopo una simile disamina storica, mi domando ancora con quale faccia Bossi e i suoi Leghisti possano avanzare pretese su un territorio che non ha mai avuto una etnia, nazionalità e lingua in comune. Ma il seguito sarà oggetto della prossima puntata.

Gianfranco D’Angelo

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=t0cjCpEX5Hk[/youtube]

Un uomo suona e riflette (triste)

mercoledì 3 novembre 2010

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=U4iwNlNDuXw&p=7851890113FA1657&playnext=1&index=14[/youtube]
Cercando fra youtube un video da pubblicare, il mio sguardo si è posato su questo che vi trasmetto.

Stupenda la musica del pianoforte e le immagini. Per molti di noi , esprime lo stato d’animo attuale. Racchiude emozioni e sentimenti di vita vissuta.

Ascoltiamolo, e lasciamoci cullare dalle sue note melodiose.
Facciamo riaffiorare i momenti belli della nostra VITA e, possibilmente , ignoriamo quelli che ci hanno procurato delle ferite.

Filomena

All’ombra del campanile

lunedì 1 novembre 2010

aurora

In borgo provinciale, precisamente alla chiesa San Giuseppe Artigiano è terminata la ristrutturazione del campanile e con la costruzione dei box per auto anche il campo di calcio e il  campo di pallavolo  presto saranno accessibili ai ragazzi dell’oratorio per poter giocare. Si disputeranno anche dei tornei di calcio e  anche di calcetto.
Tutto questo quando sarà terminata la posa in opera del manto erboso sintetico: si è cominciato la recinzione  e  il montaggio dei pali per l’illuminazione.
Tutto questo  merito anche dell’architetto del ex villaggio fiat, architetto SiG. GuidoRadic. a cui sarà dedicata una piazzetta e precisamente quella davanti alla scuola Nicoli, sabato 13 novembre alle ore 10,30.

La “Deposizione” di Raffaello

lunedì 1 novembre 2010

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=KsqT7xIU6P0[/youtube]

ll Trasporto di Cristo, più noto con il nome della Deposizione di Raffaello fu dipinto per Atalanta Baglioni in memoria del figlio Grifonetto, ucciso nelle lotte interne per la signoria di Perugia e posto nella chiesa di San Francesco di quella città nel 1507. Qui vi rimase per 101 anni, finché di notte, per intervento del clero locale, il dipinto fu sottratto ed inviato a Paolo V che lo donò al nipote per la collezione di quest’ultimo, inglobandolo in tal modo nel patrimonio privato dei Borghese. In seguito al trattato di Tolentino il dipinto, per volere di Napoleone, fu trasferito nel 1797 a Parigi. Dopo il ritorno a Roma nel 1816, soltanto la scena centrale ritornò alla collezione Borghese, mentre le tre Virtù teologali, Fede, Speranza e Carità della predella rimasero ai Musei Vaticani. Va sottolineato che nel disegno preparatorio l’autore aveva collocato Cristo giacente per terra come nel Perugino, ma durante la realizzazione prevlase l’idea del trasporto alla maniera antica di un rilievo, probabile studio effettuato a Firenze con sarcofago Montalvo (oggi a Milano, coll. Torno). Ma nel dipinto è anche presente un onaggio a Michelangelo risontrabile nella composizione di Cristo (cfr.Pietà, San Pietro) e nella figura che si gira di profilo per sorreggere la Madonna:il movimento è simile a quello descitto nel Tondo Doni (Uffizi, Firenze compiuto un anno prima della Deposizione).   Nei primi decenni del ‘500 Raffaello rappresenta meglio di ogni altro artista il momento classico della civiltà rinascimentale. Il senso della diògnità terrena dell’uomo che aveva già ispirato l’arte del ‘400, acquista una nuova dimensione: viene, cioè, innalzata fino a diventare esaltazione di una umanità ideale, la cui bellezza e forza fisiche diventano espressione perfetta della bellezza e del valore spirituali. I protagonisti della scena in questione da Gesù alla Madonna, dai Santi alla Maddalena, al giovane portatore di profilo, in cui si è voluto ravvisare proprio l’effige di Grifonetto, dai personaggi sacri a quelli profani ( e in altre tele gli spettatori anche i più umili), sono ormai figure ideali, libere e grandi, possenti e dignitose, gravi e poetiche. Stirpe d’eroi di una bellezzza piena e matura: a poco a poco appare indegno dell’arte tutto quanto non sia grandioso. Dall’armlonia dei gesti all’equilibrio interiore tutto contribuisce a creare una umanità perfetta legata al suo ambiente in una commposizione unitaria. Da qui scaturisce la presentazione di un mondo perfetto alla ricerca di una forma altrettanto perfetta di colore, luce, volume, linea che si accordano in una perfetta sintesi. Raffaello va oltre l’imitazione della natura, mira al raggiungimento di una bellezza ideale, di cui la natura non è altro che un riflesso.

Gianfranco