A proposito di Padania…
Prendendo spunto da un commento di Graziella che mi faceva notare, nell’articolo relativo all’Unione Europea, che bisogna fare ancora gli Italiani a distanza di centocinquanta anni prima di parlare dell’Europa, vorrei fare alcune considerazioni circa la Padania per sfatare eventuali dubbi ed equivoci in merito alla stessa e rendere così giustizia all’Italia.
La Padania è un’entità inesistente sia geograficamente che storicamente.
Geograficamente perché esiste la Valle Padana e non già la Padania. Inoltre se si consultano i testi di storia, ci si accorgerà che i primi abitanti di questa regione sono stati i Veneti e in parte gli Etruschi. Successivamente con l’estinzione degli Etruschi, inglobati dall’emergente potenza Romana, arrivarono i Galli (o Celti denominazione data dai greci) che dilagarono, raggiungendo le coste marchigiane, fino a Senigallia, il cui toponimo lo attesta, ovvero città fondata dai Galli Senoni. Va da sé che anche costoro, popolazioni indoeuropee come i Latini, furono sconfitti e sottomessi a Roma. Anzi furono talmente fedeli a Roma che il nucleo delle legioni di Giulio Cesare proveniva dal Piemonte, dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia Romagna, ossia dall’allora Gallia Transpadana e Gallia Cispadana, e cioè: i territori posti aldilà e aldiquà del Po. Dopo la caduta dell’Impero Romano, le invasione barbariche, i Longobardi, i Franchi, la rinascita del Sacro Impero Romano (andando a volo d’uccello e tralasciando evidentemente altri eventi storici non meno importanti), si arriva al Rinascimento dove regnano le splendenti e potenti corti degli Sforza a Milano, dei Gonzaga a Mantova, degli Estensi a Ferrara, della Serenissima a Venezia, dei duchi Savoia a Torino, del marchesato del Monferrato, ecc….
Proseguendo in questa rapida carrellata storica, si giunge così all’800 in cui, estinti tutti gli Stati sunnominati dell’Italia Settentrionale, esiste come Stato politico autonomo solo il Regno di Sardegna. Da Milano a Mantova, da Ferrara a Venezia tutte queste corti principesche hanno perso la loro libertà e sono stati inclusi nell’Impero Austriaco come regione Lombardo-Veneta. Riacquisteranno la loro indipendenza in seguito alla nascita del Regno d’Italia del 1861. Pertanto dopo una simile disamina storica, mi domando ancora con quale faccia Bossi e i suoi Leghisti possano avanzare pretese su un territorio che non ha mai avuto una etnia, nazionalità e lingua in comune. Ma il seguito sarà oggetto della prossima puntata.
Gianfranco D’Angelo
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