In occasione della ricorrenza del 25 aprile, il Comune, l’A.N.P.I., la CGIL e l’UNITRE di Settimo, hanno organizzato una serie di incontri con titolo:
PANE, PACE E LAVORO
il contributo del movimento operaio alla lotta di liberazione
nelle seguenti date:
Lunedì 23 aprile 2007 – ore 15,30
“Gli scioperi del 1943 e 1944 nel Torinese”
Relatore: SILVIO BERTOTTO, studioso di storia del Piemonte
Lunedì 30 aprile 2007 – ore 15,30
“Il Mutuo soccorso e il fascismo”
Relatore:DIEGO ROBOTTI, studioso di storia del mutualismo
Lunedì 7 maggio 2007 – ore 15,30
“Il movimento sindacale nella Resistenza”
Relatore: CLAUDIO DELLA VALLE, Presidente dell’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea
Gli incontri si terranno nella Sala consiliare del Comune di Settimo Torinese, ingresso libero
Nel primo incontro, già avvenuto, il presidente dell’A.N.P.I., aprendo la seduta, ha ribadito che lo spirito dell’associazione è la libertà, poi ha preso la parola la presidente dell’UNITRE, ha ricordato che negli anni precedenti, ci sono stati incontri con alcuni protagonisti della resistenza, cioè i partigiani, che hanno lottato per la libertà.
Per gli anni successivi si pensa di portare questi incontri, se possibile, anche nelle scuole medie, affinche non si perda la memoria.
Di seguito Silvio Bertotto parlando degli scioperi iniziati nel marzo 1943, maturati alla fine del 1942, fecero emergere la crisi del fascismo.
I fatti che fecero maturare gli sciopreri iniziarono con il bombardamento di Torino da parte della RAF nel novembre del 1942, bombardamenti che continuarono sino all’11 dicembre, migliaia le vittime e feriti.
Iniziò lo sfollamento dalla città nei paesi vicini, a Settimo T.se , che contava circa 10.000 abitanti, ne arrivarono circa 2.700.
Il 2 dicembre 1942, in un discorso agli Italiani, Mussolini dice che ci saranno ancora tempi più duri, infatti a Torino e Settimo cominciarono a mancare i generi alimentari.
Un’ordinanza del governo dava un’indennità ai lavoratori sfollati, perchè dovevano andare in città a lavorare e poi tornare fuori città, ma non ai residenti in città, ovviamente ai residenti la cosa non andava bene.
Il 5 marzo 1943 cominciano gli scioperi, gli operai Fiat si fermano, il 13 marzo gli scioperi si estendono anche in altre parti del Piemonte, il 23 marzo si sciopera anche a Milano.
Una legge del 1926 vietava gli scioperi, le sanzioni sono pesanti, 1.000 lire di multa (più di un mese di lavoro) fino all’arresto.
Dai verbali di polizia non emerge che gli scioperi erano di natura politica, ma la conseguenza di mancato aumento dei salari (vista l’inflazione che c’era), l’indennità riconosciuta agli sfollati e non ai residenti in città, la richiesta di pace e fine della guerra.
Inizia la resistenza.
Nell’estate del 1943 altri bombardamenti su Torino che causarono molti morti, nuovi scioperi per chiedere l’uscita dalla guerra.
1 marzo 1944 sciopero generale, i padroni per evitare altri scioperi mettono in ferie forzate gli operai con la scusa che manca l’energia elettrica, ma gli scioperi vengono fatti ugualmente, la repressione è molto dura, persino con la deportazione nei lager.
Ha chiuso la conferenza il dirigente della CGIL, il quale ha detto che i sindacati c’erano ma agivano in clandestinità, perchè il fascismo aveva messo fuorilegge sindacati e gli altri partiti.
Sicuramente erano tempi duri e cupi, di dolore e rabbia, adesso, se uno ci pensa, sono rose e fiori, proprio per questo, per continuare a migliorarsi sempre di più, non bisogna dimenticare ma ricordare, per non commettere gli stessi errori del passato.
Gianky