PANE, PACE E LAVORO (3a conferenza)

Terza conferenza tenutasi lunedì 7 maggio dal titolo:
“Il movimento sindacale nella Resistenza”

Il prof. Della Valle, iniziando, ha evidenziato la differenza tra la “Memoria” e la “Storia”.
Per Memoria si intende la testimonianza delle persone che hanno vissuto i fatti, che li raccontano dal loro punto di vista, mentre la Storia cerca di analizzare i fatti, capire e spiegare il perché di certi avvenimenti.

Il 25 aprile, dato che si discute sempre se è da ricordare (per non perdere la memoria) o da dimenticare, per il fatto stesso che se ne parli, vuol dire che è una data importante.
Nel 1943 cade il fascismo, si smembra lo Stato Italiano, come ricominciare? O farsi aiutare  agli alleati o reinventarsi tutto.
Il sindacato rinasce a sud, dall’Italia libera (Di Vittorio, Buozzi), mentre nel nord, parte occupata, si ricostruisce dentro le fabbriche. Un ruolo importante lo ha avuto il Partito Comunista Italiano, che ha saputo organizzare la resistenza e collegarsi con le componenti contadine e operaie.
I sindacati sono il tramite tra la fasce di lavoratori che vogliono contare politicamente e la politica.
Il sindacato è presente nella stesura dello statuto dal 1945 al 1948, infatti il primo articolo della costituzione dice che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.

Negli anni passati il sindacato contava molto ed era seguito dalle masse dei lavoratori, ma a me sembra che da qualche tempo non goda più della fiducia che aveva allora, colpa delle classi dirigenti che non sanno ascoltare e non sanno interpretare i bisogni dei lavoratori (fanno forse più politica?), oppure è la classe dei lavoratori che è cambiata o di cos’altro?
Sicuramente i tempi sono cambiati, e forse non si riesce a stare al passo di tali evoluzioni.

Gianky

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