Archivio della Categoria 'UNI 3'

Scarpinata in montagna

giovedì 16 agosto 2007

Domenica 12 agosto 2007 un gruppetto di allievi dell’UNI3 si sono dati appuntamento per una scarpinata in montagna, meta il famoso rifugio Toesca, glorioso rifugio gestito per parecchi anni dal CAI di Settimo. Per alcuni è stato un ritorno ai baldanzosi anni giovanili, per altri è stata la scoperta di un ambiente incantevole: pini, alberi di latifoglie, laghetti di montagna, mucche al pascolo, ruscelli che scendono a valle a volte tranquilli a volte impetuosi e sopratutto tanto tanto verde e aria pulita.

alcuni partecipanti all’escursione
Alcuni partecipanti all’escursione

Una sosta
Sosta per ricaricare le batterie

Al rifugio
Al Rifugio in attesa della tradizionale polenta e salciccia ci si asciuga il sudore al sole.

Nando

GRAN FARAONATA

sabato 26 maggio 2007

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A conclusione dell’anno accademico 2006-2007 dell’UNITRE (Università delle tre età), martedì 22 maggio, come avevo scritto nel post “Fera dl’Arlev” si è tenuta la recita dal titolo “GRAN FARAONATA – fatti e vicende dell’antico Egitto con epilogo canoro”, presso il salone sotto la chiesa di San Giuseppe Artigiano al villaggio Fiat.
Pubblico numeroso, più di trecento persone, alcuni hanno dovuto stare in piedi, tra il pubblico anche il Sindaco Aldo Corgiat Loia.
Parlando come protagonista della commedia (interpretavo Alì Molok Magnapoc), devo dire che gli sforzi fatti (prove da novembre 2006), hanno avuto l’epilogo desiderato, cioè di aver interpretato una simpatica farsa che il pubblico ha gradito dimostrandolo con risate e molti applausi, specialmente alla fine.

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La trama si svolge nell’antico Egitto, dove il Faraone Cheope Amenufo (detto il Faraone stufo), per farsi ricordare nei secoli farà costruire la sua tomba, cioè una piramide.
Sua madre, la Faraone madre Funèris Funèrea, metterà a punto l’arte dell’imbalsamazione.
Il Gran Sovraintendente Putifarre Granganascia, dovrà impostare e dirigere tutti i preparativi per la costruzione della piramide e nel frattempo tenere a bada la moglie Jezebel, che si lamenta che gli schiavi la importunano, e la sua segretaria, Titti Nefertiti, che è anche sua amante e sua complice nel trafficare con certa roba…
C’è anche una delegazione cinese che parla di legali, di guanti… ma…
Dal futuro arrivano dei personaggi un po’ strani, ArchiLeon, arrivato con il suo congegno volante, porterà le sette piaghe d’Egitto e sarà l’architetto per progettare la piramide; Silvano Sbaluconi e Giuliano Dei 3 Monti, i quali cercano di corrompere il Gran Sovraintendente per ottenere l’appalto per la costruzione della piramide e con sogni (Sbaluconi) di conquista di un impero.
Nel finale ci sarà la liberazione del popolo ebreo e con il coro che canta “Il Nabucco” di Giseppe Verdi.

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Costumi fantastici, fatti da associate dell’UNITRE, i copricapi e le collane costruiti, con materiale riciclato, da Paolo Paradisi (Putifarre), la scenografia, trono e colonne, di giovanni Bianco che è anche lo scrittore e regista della farsa.
Per dover di cronaca e giustizia elenco tutti i protagonisti:

Personaggi e Interpreti

Silvano Sbaluconi Virginio Bosio
Giuliano Dei 3 Monti Franco Bertolina
ArchiLeon Gianni Tregnaghi
Cheope Amenufo, Faraone Giorgio Garino
Putifarre, gran ciambellano Paolo Paradisi
Deianira, moglie del Faraone Rosaria Aprile
Funèrea, Faraona Madre Teresa Bruno
Cassandra, profetessa di Osiride Mariarosa Giorgio
Cin Ciun Ciao, mandarino cinese Michele Colonna
Titti Nefertiti, segretaria di Putifarre Laura Giacomini
Jezebel, moglie di Putifarre Mirella Rossi
Horotis, sacerdotessa di Horo Paola Pradarelli
Alì Molok, usciere Giancarlo Piceghello
Mustafà, custode del gineceo Paolo Marietti

Cortigiani: Filippo Ferraris, M.Teresa Carando, Lucia Frongia, Anna Brovarone, Rosa Facchino, Mario Florio

Presentatrice: Franca Balbo
Suggeritrice: Teresina Viglongo
Tecnico dei suoni e delle luci: Nando Pellegrini

Coro dell’UNITRE diretto dalla docente Ester Valabrega

Elaborazione e regia di Giovanni Bianco

Se non l’avete vista, non sapete cosa vi siete persi.

Gianky

Siamo tutti atleti

sabato 19 maggio 2007

Domenica 6 maggio si è svolta la “Stra’ Settimo” e io, con altri amici dell’UNI3, vi ho partecipato.
Veramente ho partecipato alla 1/2 corsa-camminata non competitiva di 3600 metri. L’UNI3 ha vinto la coppa come l’Associazione partecipante più numerosa (eravamo 65 iscritti).

Dal canto mio l’unica cosa che ho rimediato, oltre a un chilo di riso, è stata una vescica al piede sinistro, ma sono stato soddisfatto di essere riuscito ad arrivare al traguardo.
L’unica cosa che mi rode un po’ è di essere stato battuto dall’amico Benedetto B., che di primavere ne ha quasi 20 più di me.

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Pensavo di rifarmi la settimana dopo, in occasione di una escursione ciclistica per le piste ciclabili di Settimo, San Mauro e Torino.

Per l’occasione mi ero fatto prestare la bicicletta da mio nipote, una Mountain Bicke, una di quelle che già solo per cambiare e mettere su il rapporto giusto bisogna quasi essere ingegneri.

Ma anche lì Benedetto, con la sua biciclettina a rapporto fisso, una vecchia Graziella, non solo mi ha tenuto testa, ma mi ha anche dato “le pastine”.

In compenso, dopo circa 28 Km percorsi, ho rimediato un atroce male al fondo schiena. Colpa della sella dura e di 30 anni di astinenza ciclistica.

Il percorso però, tra parchi e lungofiumi, è stato una scoperta fantastica. Di questa scoperta devo ringraziare l’amico Nando Pellegrini, uomo tuttofare dell’ UNI 3  e possessore di mille capacità, che organizza per noi, tra le altre cose, anche queste escursioni.

Il ritardo con cui queste notizie sono state redatte è ahime dovuto ai miei tempi di
recupero. Scusatemi.

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Mi ricordo e Quel giorno dissi si!

mercoledì 16 maggio 2007

Parliamo di un “Corso speciale”, speciale almeno per me!
Tre anni fa, Gianni Gili, esimio docente dell’UNI 3, inventò una nuova materia, o meglio, un nuovo filone di studio.

Lo chiamò ” Scrittura Autobiografica”. Si mise in testa di farci scrivere di noi, dei nostri trascorsi, dei nostri sentimenti.

Il primo anno il tema fu: ” Mi ricordo”.
Tutti coloro che seguivano il corso, (il numero dei partecipanti era chiuso, una decina all’inizio, ma che poi aumentò considerevolmente), dovevano scrivere i loro ricordi e poi leggerli e commentarli durante le lezioni e al cospetto di tutti.

Le prime volte è stata dura trovare chi avesse il coraggio di cimentarsi e di esporsi ai commenti dei compagni.
Qualcuno magari scriveva, ma assolutamente si rifiutava di leggere.
Qualcuno aveva paura di essere criticato per il suo italiano non proprio perfetto, altri pensavano di aver scritto solo delle banalità.

Ma Gili seppe insistere, argomentare, trascinare anche i più riottosi, tanto che tutti fecero la loro parte.
Io , che avevo sempre odiato scrivere, mi scoprii più loquace di penna che non di lingua e, forse, accolsi quella sfida più prontamente e con più entusiasmo degli altri.

Alla fine non solo scrivemmo tutti, ma riuscimmo addirittura a produrre un filmato, una registrazione, regista Gili e operatore Angelo Levis, dove ognuno di noi raccontava, ripetendo, ciò che aveva scritto.
Ne uscì una cosina simpatica.

Il secondo anno il tema fu: “Quel giorno dissi Si!”
Racconti legati ovviamente al matrimonio, prima, durante e dopo. Proprio qui vennero fuori le cose più belle, più sentite e commoventi, o più comiche.

Da chi raccontò della cerimonia, povera, del matrimonio in un paesino della Lucania, a chi, in tempo di guerra, fece il pranzo di nozze con pane e salame o chi, appena dopo, fece il viaggio di nozze in Vespa, o chi sfasciò il letto la prima notte.

Tutto raccontato con semplicità e calore.

Scrivemmo le nostre storie su grandi tabelloni e, alla fine del corso, fu organizzata nella sede dell’UNI 3 una mostra, dove questi tabelloni vennero esposti e dove ognuno di noi portò ed espose anche oggetti, foto, vestiti, regali, inerenti al proprio matrimonio.

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Io ho raccolto tutti questi tabelloni e i racconti precedenti, quelli del ” Mi ricordo” e li ho trascritti tutti, ordinandoli a mo’ di volumetti.
Con la nostra presidente, Rosangela Cravero, l’idea era di riuscire a far pubblicare questi scritti. E lei, in questo senso, già si è attivata.

Io, con queste mie righe, cerco di spingere la causa. Certo sarebbe bello che qualche ente (il Comune magari) si offrisse di darli alle stampe e farne un libretto o due.
Uno, quello dei “Mi ricordo”, potrebbe essere un simpatico modo di portare ricordi di nonni agli alunni delle scuole.
L’altro, quello sui matrimoni, potrebbe essere un altrettanto simpatico omaggio da offrire ai novelli o prossimi sposi.

Magari in altre puntate, come anteprima, potrei raccontarvi alcuni episodi dei miei “Mi ricordo”. Vi va?

Parliamo di UNI 3 n° 3

mercoledì 9 maggio 2007

(altro…)

Parliamo di UNI 3. n° 2

lunedì 23 aprile 2007

Come promesso, o minacciato, eccovi la seconda puntata di ” parliamo di UNI 3″. Questa volta per presentarvi le mie poesie.

Non ho detto l’altra volta che questo è il 3° anno che partecipo al concorso” Premio San Valentino” e che ho avuto la fortuna di prendere sempre il primo premio.
Le mie poesie ( o pseudo tali ), sono in dialetto piemontese, più o meno seriose e sempre scritte di getto.

Il mio piemontese scritto è piuttosto ” maccheronico “, perchè, come certamente sapete, scrivere in piemontese è molto difficile, la sua ortografia mi è ancora piuttosto misteriosa, perciò spero che scuserete i miei errori.
Oggi vi proporrei quelle dei due primi anni.

Mi sai nèn scrive d’amor

Mi l’hai mai scrivù d’amor,
son mai stait bon a felo.
Fòrse e son mai ciàma-me;
còsa l’é l’amor?
Forse l’hai mai conossulo?

Forse l’amor a esist nen?
Nò!…A peul pa esse vera.
Nò!… A l’è pa parèj.
L’amor ajé, as tròva,
as vèd an mila manere diverse.

Ajé col per na dòna, l’ pì cantà.
Ajé col per i fiòj, per i parent,
per la libertà, per Nossgnor.
Ajé col ampetoos del giovo che te sbòr-nia,
che a sterma darè a l’ombra dl’amà
tut el bel e el brut del creà.

Ajé col madur, quasi rasonà,
ch’a smija che a calcola l’ prò e l’ contra:
Ajé col dl’ansian, forse l’ pì bel, l’ pì sentì,
col ch’a scaoda el cheur, ma sensa brusè,
col che malgradò dij maleur at fà rinverdì le primavere,
col che, fin-a ch’a dura, t’ ridà la vòja e la gòi d’vive,
col che quand a finiss, soens, et finisse con chiel.

I l’hai mai scrivù d’amor…
perchè son maj stait bon a felo,
ma an piasria pudej dì che…
anche mi e son stait an’amorà.

Questa era la prima, la seconda si intitola

L’amor esaorì.

Penso pròpi d’aveij esaurì l’amor,
o fòrse l’è l’amor ch’a l’ha esaorime mi!
Ste ciuto, parlè pi nen ad cola ròba lì,
ò perlòmeno, parlene pi nen con mì,
l’amor a l’è esaorisse, l’amor a l’è finì.

Che pas, che sògn, che tranquillità,
pi nen preòcopese d’avei caidun tacà.
Podei fè lòn ch’it vòle, qoandi e con ch’it vòle,
che bel stesne tranquil, pasià, la nòit e ‘l dì,
pensanda, ò cherdenda, che l’amor a sia finì.

Ma purtròp a basta pòch, basta na splua,
basta na fiamela ‘d in cit brichetin
ch’a-nlumina per n’atim an bel facin
che at manda, malisiòss, ne sgoard an pò asasin
che, eccò…. l’amor ch’a smiava asaorì
a goariss, a rinass, a divampa, a l’è torna lì.

E mi chi pensava d’aveij pi niente da dì
a l’è name an pensè an testa e son torna sì.
I son torna sì a ciameme còsa a l’è l’amor,
se a l’è na còsa bela, na giòia ò an dolor,
se a l’è mach an fastidi, se a l’è mach an sagrin,
se a l’e meij che a sia viu, o le meij che a sia esaorì.

Vi ringrazio della pazienza e, se qualcuno, più esperto di me nel piemontese, volesse correggermi gli errori, lo faccia senza timore, io lo ringrazio già sin da ora.

Parliamo di Unitre . N° 1

mercoledì 4 aprile 2007

Già è stato detto molto sulla Unitre di Settimo, per cui non mi dilungo sui meriti e gli scopi di questa associazione.
Vorrei invece entrare nel merito di alcune attività che vi si svolgono. Naturalmente sarà un racconto a ” puntate ” e questa è la prima.
Il mese scorso, precisamente il 14-2 ci sono state le premiazioni del concorso che, come tutti gli anni, l’Unitre di Torino ( la più grossa ) organizza per la ricorrenza di San Valentino.
E’ un concorso per poesie e racconti sul tema dell’amore, in tutte le sue forme, ed è intitolato proprio “Premio San Valentino “.
I partecipanti sono stati oltre 470, tra i quali anche alcuni di noi dell’Unitre di Settimo, che, devo dire si sono comportati con onore.
Due di noi sono stati premiati col 1° premio, Michele Colonna, con una poesia in italiano e il sottoscritto, con una in dialetto piemontese.
Sono state anche premiate anche con la ” Menzione d’oro ” la signora Anna Morello, per una poesia dialettale, la signora Mirella Rossi, per un racconto e ancora il sottoscritto , per un’altra poesia dialettale. Non male no?
Oggi vi propongo la lettura della poesia di Michele Colonna, nelle altre puntate, se gradite, presenterò le altre.

Ricordo

La vidi nella valle,
                                  “piccolina”
Quanta tenerezza,
pervase il cuor mio
l’amor che provai fu
                                 immenso
e mai glielo potei dire,
a quella “bambolina”
La sua mano stanca
                              mi segnò,
mentre guardavo;
il suo malinconico
                            sorriso.
Non ebbi tempo per dirti:
ti voglio bene.
Non ebbi tempo di capire
quel fremito che tutto
                                mi scuotea
e dirti…ti amo, ti amo
abbracciarti e coprirti
             di baci.
Non ebbi tempo,
perchè mi lasciasti
a pianger lacrime “impensate”.
Eppur, lontano nel tempo….
ricordo, ricordo quei sublimi
momenti di tenerezza
                         infinita?
Non posso dimenticar
quel languido sorriso
che certamente
allieta Gesù
                                   in Paradiso.
Come quel di
vorrei coprirti di baci,
e dirti quello che mai
                  ho potuto.
Ti amo , ti amo tanto
e…ti amerò per sempre…
            Mamma.