Archivio di maggio 2007

Parco fluviale

giovedì 3 maggio 2007

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Al parco fluviale è quasi ultimato il collegamento con la pista ciclabile che porta a San Mauro lungo la sponda del Po. E’ un bellissimo percorso e al mattino è possibile vedere dei piccoli leprotti che corrono lungo la strada.
Purtroppo mentre si completano questi lavori, altri sono sempre in corso; si tratta della distruzione da parte di vandali e di incivili dei barbecue e della rottura dei rami di alcuni alberi. 

PANE, PACE E LAVORO (seconda conferenza)

mercoledì 2 maggio 2007

Seconda conferenza tenutasi lunedì 30 aprile dal titolo: “IL MUTUO SOCCORSO E IL FASCISMO”

Silvio Bertotto presenta il relatore DIEGO ROBOTTI, specialista in mutualismo operaio, il quale iniziando la conferenza dice che ogni Associazione di Mutuo Soccorso è a sè, una diversa dall’altra.

Le prime associazioni sono nate nell’800 con lo Statuto Albertino (1848) che consentiva di riunirsi in associazioni non sindacali.
Sono nate spontaneamente dall’esigenza dei lavoratori, tutti volontari, che se per motivi di malattia o infortunio non potevano lavorare, di conseguenza non guadagnare e quindi di non poter tirare avanti.
Le Associazioni venivano regolate da degli Statuti che prevedevano il versamento di una giornata di lavoro (in media circa una lira), in modo che in caso di malattia o infortunio, l’operaio veniva remunerato, però per un periodo limitato per evitare di andare in rosso, c’erano forme di controllo per assicurasi che non ci fossero dei “lavativi”.

Nella seconda metà dell’800 le Associazioni di Mutuo Soccorso divennero le associazioni più numerose, anche con più iscritti.
Un fine delle Associazioni era quello di alfabetizzazione degli operai, in modo che sapessero fare almeno la firma, promozione allo studio, anche dei figli degli operai.

Con l’assestamento dei bilanci, quindi con degli utili, si crearono le sedi delle Associazioni, dove si organizzavano balli, lettura di giornali e qualche libro da leggere, anche a casa (prime biblioteche).
Con i proventi dei balli, del vino venduto, si riusciva a pagare una specie di pensione agli associati anziani (pochi) che non potevano più lavorare.

Alla fine della guerra 1915-1918 si nota un cambiamento notevole, anche nella politica, tanto che i fascisti (1922) attaccarono delle sedi di Associazioni di Mutuo Soccorso.
Per poter controllare le Associazioni di Mutuo soccorso, esce un decreto Regio che pone un controllo dello Stato sulle Associazioni.

Nella carta del lavoro (1926) era prevista una forma di previdenza per ogni categoria di lavoratori.
Nascono altre Associazioni che sono le Opere Nazionali del Dopo Lavoro (associazioni fasciste) che organizzano le attività: balli, gite, pranzi, ecc…
Nel 1935 il fascismo obbliga le Associazioni di Mutuo Soccorso ad avere nel suo interno le Opere Nazionali del Dopo Lavoro, in modo da avere una sua organizzazione all’interno delle Associazioni di Mutuo Soccorso.

A Settimo Torinese la prima Associazione deli operai nasce nel 1852, le quote erano dimezzate rispetto alle altre Associazioni; nel 1880 nasce l’Associazione dei Militari, che erano reduci di guerra; nasce anche la prima Associazione di Mutuo Soccorso di donne, perchè esse non potevano essere socie nelle altre Associazioni che erano solo maschili.

Oggi tutti i lavoratori dipendenti e pensionati pagano obbligatoriamente una percentuale in busta paga o sulla pensione, in modo che quando si è malati o infortunati, le giornate perse vengano remunerate ugualmente (non è cambiato molto da allora).
Meno male che è così, altrimenti quante persone non potrebbero permettersi di andare dal dottore o di comperare le medicine o pagare l’ospedale.
Si può ancora sicuramente migliorare, l’importante è anche non “mangiare a sbaffo” alle spalle della “Associazione di Mutuo Soccorso” e quindi a danno di chi ne ha veramente bisogno.

Gianky

1 maggio a Torino

martedì 1 maggio 2007

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Personaggi. Quelli del Caffè Pagliero n° 2

martedì 1 maggio 2007

11-17-22 ! Non è un terno da giocare al lotto, ma bensì gli anni di nascita di tre vispi…. anziani ( non dico giovanotti perchè sembrerebbe di prenderli in giro, ma neanche vecchietti, perchè loro non lo sono affatto ), tre personaggi anche loro assidui frequentatori del Caffè Pagliero.

Il primo, classe 1911, novantasei anni tra poco più di un mese, è Beppe Garino.
Settimese DOC ricorda fatti, luoghi, persone e ne parla come fossero cose dell’altro ieri e non di 70-80 anni fa.
Un giorno o l’altro mi farò raccontare un pò della sua vita e, se mi darà il permesso, spero di riuscire poi a sintetizzarvela. Per ora ve lo descrivo solo.

Ne grasso ne magro, piglio deciso, dritto nella persona, sempre vestito con proprietà,  camminata spedita.
Ha il bastone, ma si direbbe che lo porta per vezzo, lo impugna con mano leggera e non ci si appoggia; quasi a voler dire che è lui, Garino, che porta a spasso il bastone e non il bastone che aiuta lui.
Legge, beato lui, senza l’ausilio degli occhiali, la sua voce è ancora chiara e stentorea.
Ho avuto occasione di sentirlo leggere il discorso commemorativo ai caduti in occasione di un 4 Novembre, in piazza e sotto la pioggerellina e non c’era bisogno del microfono.
Magnifico modo di invecchiare!

Il secondo, classe 1917 è Oreste Regis, il”Ragioniere”. Anche lui con una memoria di ferro, tifoso del Toro e strenuo difensore delle sue convinzioni, qualunque esse siano.
A chi gli fa i complimenti per l’età, lui risponde ” Io non sono esagerato, a Lui – e fa un cenno verso il cielo con con la mano – chiedo sempre solo un anno per volta. Lui a una richiesta così bassa non fa neanche caso, così io tiro avanti”.

Ex Dragone del Nizza Cavalleria, Oreste in effetti deve essere veramente indistruttibile e vi spiego il perchè.
Tre o quattro anni fa, verso la fine di Novembre, stava percorrendo la strada Cebrosa a bordo della sua seicento, quando un TIR lo tamponò violentemente mandandolo fuori strada, direttamente dentro la roggia che scorre a lato della strada.
Fortunatamente l’auto non si capovolse, altrimenti sarebbe annegato, rimase però intrappolato dalle lamiere con l’acqua, gelida, che gli arrivava al petto.
Un’ora dopo i pompieri, dopo aver tagliato il tettuccio dell’auto, riuscirono a tirarlo fuori e a portarlo al pronto soccorso.

Ci crederete? Non prese neanche il raffreddore!
Faticò qualche tempo a rimettersi della botta alla schiena e a una gamba, ma, sempre circolando si rimise del tutto in forma.

Il terzo, il più giovane, classe 1922, è Nino Fassio. Dei tre è quello un pò più malfermo sulle gambe e il bastone lo usa, ma anche lui a cervello non scherza.
E’ nato a Lamporo, nel vercellese, ma è arrivato a Settimo all’età di 4 anni, per cui mi permetto di collocarlo tra i settimesi DOC. Carattere dolce e gioviale, amante della lirica, non solo come spettatore ma anche come protagonista. E’ infatti “anche” un tenore e non disdegna ancora adesso di esibirsi in occasione di qualche spettacolo, tipo quelli organizzati da Valerio Pagliero.

Ho detto ” anche tenore”, perchè il nostro Fassio tutte le settimane ha la sua rubrica fissa sul giornale “La Nuova”, ove racconta fatti e personaggi della Settimo che fu, per cui è anche giornalista.

E’ stato per anni titolare di una officina per lavorazioni meccaniche e a volte ci piace parlarne perchè sia lui, per la sua attività, sia io, per il mio lavoro, abbiamo ricordi di persone conosciute da entrambi.

Inoltre, prendendolo bonariamente un pò in giro, io la chiamo ” ingegnier Fassio”, perchè il mio ultimo direttore era suo omonimo e, appunto, ingegnere.
Altro grande merito di Nino è quello di essere il nonno ( buon sangue non mente ) della nostra bravissima pianista Ilaria Schettini.

Questi tre personaggi, per la loro età, per la loro verve, per lo spirito e la forza che emanano, fanno pensare che l’aria che si respira o le consumazioni che si….consumano nel caffè Pagliero, siano in qualche maniera una specie di elisir di lunga vita.