Il Bagolaro di San Gimignano
Ho assistito, proprio oggi 11 ottobre, nei locali dell’Unitre di Settimo, all’incontro con Luisa Pulcher, autrice dell’opera letteraria “Il tempo è un albero che cresce”.
A dialogare con l’autrice c’era la dottoressa Tiziana Tiziano, apprezzata docente all’Unitre.
A parte l’interesse generale per il libro, mi ha colpito la curiosità dei presenti per l’albero bagolaro, di cui si parla nel libro.
La scorsa settimana ho effettuato con mia moglie un lungo giro per l’Italia, allo scopo di visitare alcune località della Toscana e delle Marche e, guarda caso, nella bellissima città di San Gimignano, oltre agli stupendi palazzi ed alle innumerevoli torri presenti in questo luogo, abbiamo ammirato, in una piazzetta, un bagolaro speciale, che ho anche fotografato.
Ecco cosa si scrive dell’esemplare che domina la piazza:
Carta d’identità
Specie: Bagolaro Celtis Australis
Famiglia: Ulmaceae
Aspetto generale: è un albero maestoso e robusto a chioma rotondeggiante, in discrete condizioni vegetative
Altezza: 24 m.
Circonferenza del fusto a 130 cm. d’altezza: 4,83 m.
Diametro medio della chioma: 22 m.
Età: circa 150 anni
Il Bagolaro è conosciuto anche con il nome di “spaccasassi”, poiché il potente apparato radicale riesce a penetrare nelle fessure delle rocce, favorendone lo sgretolamento. E’ una specie che si adatta a suoli con humus scarso prediligendo le esposizioni soleggiate. E’ un elemento costitutivo dei boschi termofili, associandosi con querce, carpini neri ed ornielli.
Curiosità
Un tempo, il legno duro ed elastico del bagolaro veniva utilizzato per fabbricare attrezzi e strumenti resistenti alla sollecitazione: ruote e stanghe delle carrozze, remi, manici di frusta, bastoni da passeggio, basti ed arnesi per il tornio. I frutti, molto appetiti dagli uccelli, contengono semi da cui si estrae un olio da sapore gradevole, mentre dalla corteccia e dalle radici si ricava un principio tintorio giallo.
Gian
11 ottobre 2010 alle 22:15
Veramente impressionante se si raffronta con la figura di Isa e se tieni conto che non si vede tutto. Questa foto mi fa venire in mente un altro albero gigantesco che si trova nel veronese e che dà anche il nome alla località in cui si trova: il platano, si dice che tra i suoi rami si fosse mimetizzata una compagnia di soldati.
ciao
Nando
22 ottobre 2010 alle 12:01
siete stupendi tutti, chi scrive gli articoli e chi lascia i commenti.