FIGLI E PADRI

 

Scrivo queste righe di getto, dopo aver letto su ” Specchio dei Tempi” di oggi la lettera di una biologa che dopo 10 anni di lavoro in un ospedale di Torino, basato su borse di studio annuali, viene lasciata a casa ed è incinta.

Il dolore e la tristezza che traspare da questa lettera mi hanno colpito profondamente.

Vado con il pensiero agli ultimi eventi attraverso i quali i giovani hanno tentato di far sentire la propria voce.

Vado con il pensiero alle diverse trasmissioni in cui viene detto ai giovani che sono i loro padri ad aver “mangiato” il loro futuro.

I miei nonni appartengono alla generazione che ha vissuto due guerre mondiali, perdendo gli affetti più cari, e per vivere hanno “fatto” gli emigranti sino al ritorno in Patria. Anche i miei genitori sono stati emigranti da giovanissimi sino al ritorno alla loro regione d’origine e qui hanno lavorato duramente.

Io ho lavorato tutta la vita quasi esclusivamente in un unico posto di lavoro. una condizione che, di questi tempi, è davvero rara. Tuttavia non credo che la mia stabilità lavorativa possa aver danneggiato il futuro delle nuove generazioni, alle quali appartiene anche mia figlia: questo tipo di ragionamento m’indigna.

In nome del “DIO DENARO” ci si spinge fino a mettere figli contro padri, anzichè cercare di risolvere le situazioni.

Una Società che si comporta così vuol dire che è arrivata al capolinea, è destinata a fagocitare se stessa.

Natale dura un giorno solo, per cui TANTI AUGURI a tutti, ma i problemi rimangono per gli altri 364.

4 Commenti a “FIGLI E PADRI”

  1. gianfranco.dangelo scrive:

    Cara Graziella,
    ho letto della tua costernazione e, credimi, ti sono vicina. Peccato che altretanto vicina alla gente non lo siano i politici. Se penso che la Germania ha stanziato più di 20 milionni di euro per la scuola arrivando fino all’univesità e alla ricerca, mi rattrista ancora di più. Penso che siamo in mano ai banditi della politica che, anteponendo solo il loro gretto e meschino tornaconto, si disinteressano totalmete delle vere esigenze collettivi della società. Comunque non disperiamo e pensiamo che prima o poi tutto cambi per il meglio, Auguri a te e ai tuoi,
    Gianfranco

  2. Mary scrive:

    Cara Graziella,

    condivido il suo pensiero sul riprovevole ringalluzzinamento dei giovani, circa una supposta “colpa” delle vecchie generazioni.
    E’ un misero scarica-barile di una società che non è in grado di dare finalmente la svolta di cui avremmo bisogno tutti.

    Spero però lei convenga con me su un altro fattore essenziale: una volta conquistata la poltroncina, molti (troppi) soggetti anziani difficilmente si schiodano da quel posto. Anzi: mettono radice. Questo, inevitabilmente, blocca un processo che dovrebbe essere non solo naturale, bensì obbligatorio. Se proprio si devono schiodare, lo fanno per il figlio, il nipotino. Alla faccia di tutti i giovani meritevoli che aspettano solo ciò che spetta loro di diritto.

    Ho 26 anni, sono laureata in Scienze della Comunicazione Sociale, specializzata in Giornalismo ed Editoria. Arrivo da pluriesperienze di stage non retribuiti. Stage che concedono a volte, addirittura, dopo una serie di accurate selezioni.
    Molto spesso alla fine dello stage non si prospetta nulla. Questo avviene in ogni sorta di azienda, e nella maggiorparte di queste l’età media degli assunti è, mi creda, pensionabile.

    Il processo è tragicomico: mi segua. Se sei appena laureato non ti assumono perchè hai poca esperienza, se hai varie specializzazioni ed esperienze non ti assumono nemmeno, perchè sei “troppo qualificato” (sarebbero costretti a fornire uno stipendio adeguato, poverelli). Una vergogna legalizzata.

  3. Mary scrive:

    Cara Graziella,

    condivido in pieno il tuo pensiero. Non è onesto da parte della società ringalluzzire i giovani contro gli anziani, cercando di lavarsene così le mani.
    Spero tu possa convenire con me circa un aspetto fondamentale: non c’è ricambio generazionale.

    Purtroppo sono in tanti quelli che, una volta agguantata la poltroncina, non si schiodano finchè morte non li separi dal “Dio denaro” che citi. Si viene così a bloccare un processo che dovrebbe essere naturale e, se necessario, obbligatorio. Sono numerose le aziende in cui regnano soggetti dall’età più che pensionabile, che bloccano l’accesso ai giovani.

    Un esempio lampante sono le campane di vetro dei politici, i quali godono di stipendi da capogiro ad oltranza e non passa loro nemmeno per l’anticamera del cervello di rinunciare a parte del loro gruzzoletto, nè di andarsene.

    Se proprio devono scollarsi dalla scrivania, lo fanno per il figlioletto, il figlioccio, il nipotino. Alla faccia di tutti quelli che passano il loro tempo a stampare e spedire CV, comprare giornaletti di lavoro, spendendo così altro denaro.

    Ed ecco dunque l’altra tragedia: il nepotismo, la distruzione della meritocrazia. Se non si hanno santi in paradiso, scordati di lavorare: sembra essere divenuto questo il motto. Si creano così circoli viziosi, fatti di concorrenza sleale, astio tra gi stessi giovani, che dovrebbero essere invece uniti per la costruzione del proprio futuro e di una società sana, fatta di valori.

    Sono solo una tra i tanti laureati che si ritrovano a dover sopportare, inoltre, un’altra situazione tragicomica. Non si assumono neolaureati perchè hanno poca esperienza, e si offre loro il contentino dello stage non retribuito, giusto per fargli provare l’ebbrezza del “lavoro gratis” nell’ambiente nel quale meriterebbero invece di lavorare; al contempo, non si assumono nemmeno coloro che hanno varie specializzazioni ed esperienza. Perchè? semplice: “costerebbero troppo.

    Quale via d’uscita dunque?

  4. Michele scrive:

    Egregia Graziella,capisco benissimo tutto quello che ai detto,ma purtroppo tutti i giorni sento ripetere le stesse parole ,come se fossero de “i pappagalli noi abbiamo vinto le elezioni,ilpopoloci ha votai noi governeremo tutta la leggislatura;questi sono i loro problemi ,mica chi non ha lavoro e sonoin quattro in famigia,ai politici interessa solo la poltrona ” casodiversi ministri usciti ,ma rientrati con promesse che non sappiamo.Esempio caso fiat ho così oppure trasferisco le lavorazione, con avvaglio del nostro governo del fare (i propri interessi). Comunque ti voglio augurare un buon natale eun buon 2011

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